giovedì 22 luglio 2010

INDOSSAI
Alessandro Grazian
- Trovarobato - 2008

Un tuffo negli anni '60, quelli più cantautorali, quelli in bianco e nero, quelli in giacca e cravatta, con i vari Endrigo, Bindi, Tenco, Paoli, allora avanguardie. Questo è il secondo, e atteso, disco di Alessandro Grazian.
Una scrittura testuale ricercata e forbita, accompagnata da chitarra-basso-batteria, ben si mesce ai violini, violoncelli, flauti, clarinetti e contrabbassi disseminati lungo tutto il cd. Ma son le celestiali arpe suonate da Maria Anna Russo ad impreziosire un lavoro che fin dall'introduttiva Indossai ci proietta, tra arpeggi chitarristici e misurati interventi di archi, in questo mondo altro, quasi fosse quell'Arcadia a lungo sognata e (fino ad ora?) mai raggiunta. Ballata evolve e si sviluppa nella bindiana È Vero, qui sorretta da una chitarra acustica poi doppiata dai fiati di Enrico "Prezzemolino" Gabrielli, con una naturalezza allucinante, quasi si trattasse di un brano scritto di proprio pugno. Nella fredda A San Pietroburgo compare il sempre gradito Emidio Clementi, ottima voce recitante e inaspettata presenza sulla prospettiva Nevskij; Sainte Epine è quasi uno scherzo buffo, con testo in francese tratto da una poesia di Louis Aragon, e costruito musicalmente su un frammento di un precedente brano, La Couronne, contenuto nell'ep SOFFIO DI NERO che di questo lavoro possiamo considerare l'antipasto vista poi la presenza dell'omonima canzone. La rediviva Romina Salvadori, ex vocalist degli EstAsia, compare nei cori di Acqua e di Diteci Che Siamo Sani mentre la voce della scoperta Janina Mic' apre e chiude Fiaba Rossa. La notturna Chiasso spiana elegantemente la strada alla strumentale e conclusiva Tema Di Sueña. Un disco barocco, sognante, bucolico, dal sapore mitteleuropeo, benché italianissimo nel lavoro di maniacale cura formale, che cresce ascolto dopo ascolto, da degustare lentamente come quei vini da meditazione prodotti nel Veneto del buon Grazian. Che poi proprio Alessandro sia stato l'unico Musicista ad aver avuto fin qui il privilegio di vantare la presenza contemporanea su di un proprio cd di due factotum come Gabrielli e Nicola "Bologna Violenta" Manzan dovrebbe far riflettere una volta di più. Chapeau.

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