lunedì 28 febbraio 2011

AMEN
Baustelle
- Atlantic - 2008

Mettiamo in chiaro una cosa fin dall'inizio: questo è il corrispettivo di HAI PAURA DEL BUIO? in salsa bohémien. Dunque un altro disco cardine della Musica italiana con cui doversi confrontare. Non si accettano smentite. Certo, chi rimpiange i Baustelle targati Massara continuarà a dolersi in un angolino, tutti gli altri avranno l'apertura mentale per continuare ad apprezzare SUSSIDIARIO ILLUSTRATO DELLA GIOVINEZZA e LA MODA DEL LENTO comprendendo come le esigenze del trio Bianconi-Brasini-Bastreghi abbiano portato a sviluppare melodie cosmopolite e vintage con quel gusto tutto italiano che è eccellenza nel mondo. L'intro di E Così Sia, su musica di Mulatu Astatke, è il viatico per uno dei pezzi forte del cd, quella Colombo che, tra immagini di vite appiattite e standardizzate come quelle di un film, fa il paio con il singolo Charlie Fa Surf. Pur non avendo entusiasmato alle sue prime uscite, valutato nell'economia del progetto AMEN è perfetto: strofe esistenzialiste, sound sostenuto e ritornello immediato e ficcante che va ad intercettare il target generazionale, pre e post adolescenziale. Altro colpo di genio, fin dal titolo: Il Liberalismo Ha I Giorni Contati è straordinaria. Il canto affidato tanto all'ugola più cantautorale di Francesco quanto a quella "francese" di Rachele è azzeccatissimo, il Bluvertigo Sergio Carnevale compie, come sempre, un lavoro importante alle pelli mentre la band, allargata ad una sezione fiati e agli archi dell'EdoDea Ensemble, ne vivacizza le intuizioni. E le chitarre di Brasini continuano a graffiare. È difficile resistere al mercato? Può darsi, ma Rachele stoppa i prevedibili gufi con una intensa prova vocale su L'Aeroplano, amara riflessione amorosa ed esistenziale sempre condotta da pianoforte e archi. Baudeleire è la summa del cd: rock, elettronica, cantautorato, reminescenze dance, sapori africani. La coda strumentale poi è sbalorditiva, specie nei live del tour: Carnevale, valore aggiunto alla band, è il mattatore su questa tirata che permette ogni volta di svilupparsi diversamente tanto è aperta alla jam session, filtrando funk, programmazioni, dance e rock robusto. Impressionante. La sinfonica L farà le gioie di molte orecchie avvezze ai suoni colti degli chansonnier mentre il testo ovattato narra di incontri ravvicinati del III tipo rallentando il corso degli eventi, subito fatto ripartire dal rock spinto di Antropophagus, visionario e cannibalistico sguardo snob su realtà meno fortunate, ma più vive. Panico!!?! Siamo al vertice assoluto del cd: è la poetica e dolce Alfredo a scaraventarci, come un violentissimo calcio nel sedere, a Vermicino, nel giugno 1981, davanti al pozzo artesiano in cui cadde Alfredino Rampi. La descrizione di quei momenti, struggente e partecipata, rivela in Bianconi una sensibilità narrativa che nessuna ricostruzione televisiva ha saputo poi far emergere così chiaramente nei trent'anni successivi. Giù il cappello. I vizi più pruriginosi affiorano nella jazzata Dark Room, nuovamente affidata alla voce della Bastreghi, e un omaggio partigiano è quanto viene celebrato ne L'Uomo Del Secolo, riassunto di una vita vissuta tra stenti e belle speranze affidato a chitarre e fisarmonica. E La Vita Va: anche in Ethiopia, dove il vibrafono di Astatke e i fiati nervosi e plastici conferiscono al ritmo un suono poliziottesco tanto caro ai Calibro 35, fino a confluire nella finale Andarsene Così, ultimo colpo di gran classe assestato. Anomalo concept album sugli anni di piombo attuali, raffinato e concettuale, AMEN offre pure due brani "in negativo": l'extravaganza pianistica con Beatrice Antolini di No Steinway e la più quadrata Spaghetti Western. Per molti; forse per tutti.

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