lunedì 14 marzo 2011

13-03-2011
- DANILO SACCO & VALERIO GIAMBELLI live @ Cinema Teatro San Giorgio -
Dello (BS)

Paese che vai, chitarrista che trovi. A soli dieci giorni dall'ottima performance in compagnia di Cico Falzone, Danilo Sacco, approfittando della fisiologica pausa post Novellara dei Nomadi e in attesa di riprendere ancora una volta con sentimento il loro neverending tour, si concede un'altra giornata distensiva in compagnia questa volta del corregionale Valerio Giambelli, chitarrista dei Radiolesa, con cui si presenta fin dalla mattinata di domenica per un pranzo in compagnia della sezione lombarda del suo fanclub.

Dando spazio anche ad altre realtà, il pomeriggio musicale si articola in tre momenti ben definiti. I primi quarantacinque minuti sono affidati al già noto, almeno in ambito nomade, Martino Corti che si presenta sul palco accompagnato dai suoi due chitarristi e da un gruppo di sostenitori qua e là sparsi nel teatro. Sarà il lauto pranzo consumato prima, sarà la pioggerellina pomeridiana che affligge il posto e l'animo delle persone, ma un pò più di vivacità e varietà nelle canzoni non sarebbe guastata. Pace. La tribute band Onda Nomade gioca in casa e si sente, e per la bravura per nulla ostentata dei musicisti coinvolti, su tutti la chitarra solista di Sandro Ghidotti e il basso di Paolo Crovini, e per il continuo gioco delle parti tra il pubblico di amici accorsi a sostenerli e la complicità sorniona del Miser, oggi polistrumentista d'eccezione.

L'attenzione sale ulteriormente quando sul palco compaiono le note sagome di Danilo Sacco e Valerio Giambelli. "Si parte per essere degli eversivi, per suonare qualcosa che in Italia non si conosce molto": Telecaster alla mano i due Radiolesa si affidano a Save Tonight per aprire il loro set che quest'oggi si comporrà di sole cover tese ad omaggiare i grandi songwriter che hanno saputo percorrere la strada del rock americano innestandosi nel solco della sua Storia. Non a caso il secondo pezzo è quella I Won't Back Down scritta a quattro mani da Jeff Lynne e Tom Petty per il primo album solista del leader degli Heartbreakers, eseguita anche in questa versione per sole chitarre e voci con consumata naturalezza ed estrema carica dal grande Valerio Giambelli, lead guitar d'eccezione grazie anche alla pulizia sonora del contesto teatrale e perfetto ai cori ogniqualvolta la musica lo richieda.

A nulla valgono i tentativi di una parte dell'auditorio che intona Il Fiore Nero: oggi niente Nomadi per il loro cantante il quale, abbozzando uno sguardo divertito e un sorriso d'intesa con Giambelli, dà il là a Fiume Sand Creek, una delle due sole concessioni italiane alla scaletta stelle e striscie e sincero segno di stima rivolto al cantautore più americano a cui il Veneto abbia dato i natali, l'amico Massimo Bubola che la scrisse con Fabrizio De André esattamente trent'anni fa. "La normalità è la rivoluzione"; con queste poche parole Sacco propone Country Gentleman, storico brano dell'autoproclamatosi little bastard from Indiana John Mellencamp e attacco neanche troppo velato all'allora presidenza Reagan. "Torna" Bubola, questa volta in compagnia del Gang-ster Sandro Severini per quella che viene presentata dal frontman di Agliano come una di quelle canzoni d'amore tristi eppure sempre molto belle: Dove Scendono Le Strade non è ancora stata assimilata dai più, ma la presenza in scaletta è quasi d'obbligo per la magia delle parole e la sobrietà della musica.

I toni si accendono con il crescendo sprinsteeniano della notissima I'm On Fire che, suonata dal solo Giambelli, regala più volte applausi ai due piemontesi mentre Danilo, novello Boss dell'Alta Astesana, si concede una pausa dalla sua chitarra per concentrarsi, se mai ce ne fosse bisogno, sulla voce. Pubblico più rumoroso, ma pur sempre ligio all'applauso sulla successiva doppietta pettyana: You Wreck Me e Free Fallin' sono i due lati della stessa medaglia visto che la prima è una dichiarazione d'amore a tinte forti rivolta alla propria amata e la seconda una più malinconica riflessione sulle relazioni tra l'universo femminile e quello maschile, tra good girls with broken hearts e bad boys standing in the shadows, con un buon assolo conclusivo di Mr.Valerio.

Un drink per dissetarsi e via con Sweet Home Alabama che forse in duo perde evidentemente un pò della potenza sonora garantita dalla sezione ritmica, ed in questo è un peccato che il pubblico non interagisca tenendo il tempo con le mani, tuttavia non si poteva pretendere brano migliore per fare da traino alla successiva e conclusiva Biko, sei minuti di partecipazione emotiva per il classico di Peter Gabriel dedicato all'attivista sudafricano anti-apartheid Stephen Biko ucciso dopo il suo arresto quando ancora in mano della polizia.

Qui termina l'esibizione del duo che lascia nuovamente lo spazio agli Onda Nomade per i saluti e i ringraziamenti agli organizzatori e al pubblico intervenuto. Eppure: hai la buona ventura di aver sul palco il cantante dei Nomadi, tu suoni in una loro cover band, c'è gente anche dalle regioni vicine, vuoi non approfittarne almeno per un pezzo dopo aver dato un'ulteriore buona prova di te con una grintosa versione de I Tre Miti? La storica Io Vagabondo è dunque momento di duetto tra Matteo Camisani e Danilo Sacco il quale condivide parte dell'incombenza con Martino Corti, nel mentre rientrato sul palco insieme ai suoi musicisti, estemporanei coristi, permettendo il più classico dei cori nomadi ai tanti fans intervenuti. Disponibilità e cortesia non sono mai mancati ai professionisti che han calcato il palco di Dello questa domenica. Baci e abbracci si susseguono perciò ancora per diversi minuti dopo la fine dell'esibizione, gradita ai più e con soddisfazione reciproca del fanclub organizzatore. Complimenti dunque a tutti. Noi si riparte. Yehla Moya.

Andrea Barbaglia '11
il seguente post è presente pure qui: http://www.danilosacco.com/1/news_1842475_0.html

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