sabato 2 aprile 2011

in concerto

01-04-2011
- ENRICO RUGGERI & CHAMPAGNE MOLOTOV live @ Phenomenon -
Fontaneto d'Agogna (NO)

Si può giocare con la data del primo aprile se si sta per tornare in scena con la propria band di sempre? Certo, se i protagonisti di questo mancato pesce d'aprile sono Enrico Ruggeri, i suoi Champagne Molotov e lo spirito punk degli esordi, in realtà mai abbandonato viste le tante scelte controcorrente effettuate poi negli anni a venire. E così, dopo una manciata di rinvii causati dalla riabilitazione per un doppio intervento ai tendini della spalla destra solo qualche mese prima, ecco la reunion attesa da ben 23 anni. Ecco l'evento. La mobilitazione dei fanclub Nuovo Swing e Club Peter Pan è frenetica e compatta; l'organizzazione del PalaPhenomenon, location strategica scelta dai Nostri a poco meno di un'ora da Milano e da Torino, ineccepibile.

I più attendono le 23:30 per l'inizio dello show. In realtà un'anteprima di quanto di lì a qualche ora costituirà l'ossatura del concerto si può già ascoltare nell'assolato pomeriggio novarese di questo inizio di primavera quando, durante le prove, ecco comparire ai nostri occhi, da sinistra a destra del palco, Stefania Schiavone, costantemente baciata dai raggi del sole mentre improvvisa alle tastiere, il serafico Renato Meli col suo Fender, un iperattivo Luigi Fiore tornato dopo dieci anni alle pelli, l'atteso Ruggeri, finalmente senza tutore al braccio, e il sempre affidabilissimo Luigi Schiavone alla sua Schecter: i cinque inanellano, dopo aver tarato i propri strumenti per una ventina di minuti, la rediviva La Donna Vera, il cui inciso viene provato un paio di volte per affinare il gioco di squadra, Rien Ne Va Plus, Contessa, con Fiore impeccabile e sicuro orchestratore dei cori, Vivo Da Re e una Polvere su cui fa la sua comparsata Scream, fin qui umilmente in disparte, accompagnando al controcanto finale Enrico.

Sono le 19. Qualche fan comincia ad arrivare alla spicciolata e pian piano si avvia a tavola visto che la stragrande maggioranza ha scelto di fermarsi nel locale per poter cenare accanto ai propri beniamini, già sommersi da calorose strette di mano e richieste di autografi vari. Quando le porte vengono aperte anche agli "esterni", Ruggeri e gli Champagne Molotov sono ancora a tavola, divertìti e cortesi come sempre, senza tradire il benché minimo segno di nervosismo o emozione rispetto alla serata che li attende. A scaldare il pubblico di lì a poco ci pensa comunque Scream che degli Champagne Molotov è attualmente il vocalist in quanto la band, ormai sul palco, ha iniziato una tourneé dalle forte tinte hard rock proponendo un repertorio basato esclusivamente su pezzi dei Journey, storica AOR band americana, poco nota alla massa italiana, ma che ha visto succedersi nelle sue fila musicisti del calibro di Steve Perry, Jonathan Cain, Aynsley Dunbar, Steve Smith, quella macchina da guerra che è Deen Castronovo, Gregg Rolie, Ross Valory e molti altri, tutti al servizio del portentoso guitar hero Neal Schon, unico membro della formazione originaria rimasto al proprio posto dal 1973 dopo gli esordi con Santana.

Certo, le pur ottime Any Way You Want It, Lovin' Touchin' Squeezin', la metallica Wheel In The Sky, Separate Ways o Don't Stop Believin', tanto per citare una manciata di classici che in America hanno garantito un pressoché costante successo alla band di San Francisco lungo tutti questi anni, non hanno l'appeal dei classici del Rouge che questa sera un migliaio di persone è venuto ad ascoltare, ma sono pur sempre gradite occasioni per testare l'ottimo stato di forma degli Champagne Molotov di cui va apprezzato il coraggio per l'anomala offerta musicale proposta. E mentre all'ingresso del locale vengono avvistati Fabrizio Palermo e la moglie Roberta, arrivati giusto in tempo per non perdersi il live della reunion, è lo stesso Scream a cedere il palco all'atteso Enrico Ruggeri che, pacca sulla spalla all'amico, camicia grigia, cravatta pitonata e occhio lucido per l'emozione, si lascia scappare con un sorriso complice un semplice "Ciao ragazzi!" rivolto al pubblico eccitato.

Poi.. Rien Ne Va Plus. Pianoforte e voce. Applausi. Nonostante il fastidioso chiacchiericcio continuo di qualche infiltrato poco gradito, la poesia che proviene dal palco catalizza l'attenzione di tutto il locale e rapisce i cuori più sensibili. L'entrata poi degli altri strumenti per la conclusione del pezzo concede un caloroso tributo a tutti i musicisti. Facendo riferimento allo stop forzato causa operazione il cantautore milanese ci confida di come sia "molto contento di ripartire con quelli con cui siamo partiti un pò tutti": c'è pure Roberto Benoldi, storico tour manager della formazione, con cui vennero condivisi gioie e dolori di quei rouggenti Anni '80 che, prima di questa sera, per molti dei presenti tornavano però a prendere vita solo attraverso le parole e la testimonianza di chi li aveva vissuti sulla propria pelle. E allora godiamoci questi istanti. Ancora l'incantato pianoforte affidato a Stefania Schiavone diffonde le tenebrose note della strepitosa Il Portiere Di Notte mentre dall'altro lato del palco il fratello Luigi le contrappunta con la sua chitarra.

Spariti gli arrangiamenti elettronici degli ultimi anni, la protagonista della canzone prende forma non solo nel suo asciugamano, ma sembra addirittura avanzare tra i fumi del palco mentre l'assolo finale ne conclude la camminata. E fedele a queste versioni originarie ecco pure Nuovo Swing con Ruggeri che, ancora emozionato, sbaglia l'entrata, lo segnala addirittura nel microfono come se niente fosse, quindi, felice come un bambino, prende in mano le redini della situazione e dirige i cori del pubblico. Al di là dell'innegabile bravura di Stefania, è divertente osservare la nonchalance con cui il marito Renato Meli suona il basso, quasi non l'avesse mai abbandonato per dedicarsi invece all'industria discografica dopo lo scioglimento della band vent'anni prima. Deliziosa, anche se probabilmente un pò fuori luogo questa sera, Quello Che Le Donne Non Dicono da sempre momento di cori femminili che mai stonano, ma che si sarebbe potuta bypassare per far spazio a brani più movimentati e attesi dagli aficionados.

Poco male; l'immancabile Polvere zittisce immediatamente ogni tipo di eventuale malumore con uno Schiavone in stato di grazia, e presentato per primo quale dovuto omaggio ai tanti anni di scorribande musicali vissute insieme, che torna ad incendiare il fronte del palco col suo chitarrone heavy mentre il lungocrinito Scream raggiunge tutti per il controcanto finale. Un ringraziamento al siòr Silvio Crippa, l'unico Silvio conosciuto dalla band prima che comparissero altri imitatori, ed è tempo di presentazioni per il resto della band: il grande Luigi Fiore, batterista e ora pure guru dell'alimentazione, il discografico con la mai sbiadita passione per la Musica Renato Meli e una emozionatissima Stefania Schiavone che, immancabile, attacca l'ennesima sua arcinota partitura pianistica con Enrico che per la seconda volta non riesce ad entrare sull'attacco. È Il Mare D'Inverno, che strappa come sempre consensi e boati di attestazione, ma che oggi si piega di fronte al recupero della storica La Donna Vera, primo estratto di una terna a cavallo tra rock e punk, con un quadratissimo Fiore senza il quale anche i restanti brani perderebbero un pò del loro smalto primigenio.

Urge assolutamente una foto: dalle prime file ecco giungere nelle mani del cantante i mitici occhiali bianchi che Ruggeri indossa un istante prima di riappropriarsi dell'omaggio Decibel di Contessa e sparare l'altra scheggia pre-Champagne di Vivo Da Re che chiudono lo show della reunion. Foto ricordo per tutti. Quindi ancora Champagne Molotov featuring Scream con una nuova elettrizzante scarica di AOR targato Journey. Fatto salvo chi causa di forza maggiore deve farlo, spiace vedere a questo punto della serata allontanarsi dal parterre una fetta di pubblico, evidentemente già soddisfatta per quanto fin qui ascoltato e sicuramente poco avvezza ai nuovi brani. Ma chi resiste e sta al suo posto viene premiato: un informalissimo Ruggeri, abbandonate camicia e cravatta, si ripresenta sul palco in t-shirt nera e la band parte con i bis. E sono veri bis: l'acclamatissima La Donna Vera è l'immancabile partenza che richiama anche quanti si erano rifugiati al bancone a cercar un drink o più semplicemente refrigerio, poi di nuovo Polvere e Vivo Da Re con somma e reciproca soddisfazione di pubblico e protagonisti.

Baci e abbracci, applausi e fischi d'approvazione, gioia e commozione, rock e sudore. Questa volta è proprio finita. Ma nel migliore dei modi.
L'indomani, sul proprio Diario Di Bordo, un raggiante Ruggeri così commenterà: "Ieri è stata una serata di quelle che non si dimenticano. Emozioni molto forti da chi era sul palco e da parte di chi, davanti a noi, cantava a squarciagola mostrandoci affetto e stima. Gli Champagne Molotov hanno ancora un'identità sonora molto precisa: è stato un concerto vero e proprio e non una rimpatriata. È stato bello risentire quelle versioni e cantarci sopra. La vita va avanti, arriveranno nuove idee e nuovi progetti, ma è fantastico fermarsi ogni tanto a guardare quello che abbiamo costruito e vedere che non è stato ingiallito dal tempo. Grazie Renato, Stefania e Luigi. A presto". Noi con voi.
Andrea Barbaglia '11

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