lunedì 4 aprile 2011

SICK TAMBURO
Sick Tamburo
- La Tempesta - 2009

Quanti sono gli orfani dei Prozac+ non ci è dato saperlo. Eva Poles ha accompagnato in qualità di vocalist femminile l'open space dei Rezophonic per diverse date senza far rimpiangere troppo la pur attesa Cristina Scabbia, già impegnata Oltreoceano con i suoi Lacuna Coil, ritagliandosi pure un piccolo spazio personale in cui proporre la cover di quella Acida che nessuno ha mai dimenticato dopo l'heavy rotation del 1998. Ma l'allora deus ex machina Gianmaria Accusani che fine fece? E l'introversa bassista Elisabetta Imelio ha più dato segni di vita? Negli occhi del bimbo guerrigliero che ci scrutano dal passamontagna del cd dobbiamo e possiamo ricercare una risposta concreta ed esauriente. GM e Betty sono qua. La nuova proposta che il duo ha dato alle stampe con quest'opera prima prende le mosse da sonorità tutto sommato mai abbandonate e anzi, percorse dal chitarrista pordenonese fin dai tempi del collettivo The Great Complotto di inizi Anni '80, quali il rock e ovviamente il punk, filtrati però ora da soluzioni elettroniche solo sfiorate in GIOIA NERA, ultima fatica in studio targata Prozac+ e già dai forti accenti new wave. Ma, a differenza di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, non è Gianmaria a prendere in mano il microfono per diventare a tutti gli effetti frontman della band; con una mossa a sorpresa, ma alla fine azzeccata, alla voce troviamo infatti Elisabetta, finalmente sotto i riflettori del palco a fronteggiare il pubblico non più protetta dal suo basso. Il risultato? Eccellente. Fin dai primi passaggi del potente singolo Il Mio Cane Con Tre Zampe abbiamo le coordinate su cui i Sick Tamburo si muoveranno lungo tutto il cd: condensati in poco più di tre minuti, lunghezza media dei brani, la chitarra traccia un riff nervoso, che avanza a scatti, su un tappeto di beat e/o pulsazioni elettroniche mentre il cantato, cantilenante e medio, descrive (?) immagini a loro modo surreali e concrete al tempo stesso, senza voler necessariamente veicolare un messaggio, ma garantendosi al contrario un impatto in your face notevole. Brani come Intossicata, con la drum machine sorretta da una batteria vera, l'indispettita Dimentica e la riffosa Non sono lì a testimoniare questa scelta schematica ad effetto. Altrove (Sogno) compaiono invece reminescenze prozacchiane solo in parte modificate dal nuovo corso, mentre il duo, all'interno di un set che garantisce momenti anche "ballabili" (Forse È L'Amore), di synth punk (Topoallucinazione) minimale (Tocca 24-7), è in grado di sfornare almeno un paio di brani sopra la media come l'ironica richiesta amorosa di Prima Che Muoia Ancora e l'ottima Parlami Per Sempre, senz'ombra di dubbio il momento migliore dell'intero lotto che, come si era aperto con il tappeto strumentale di Sick Tamburo, così va a chiudere il cerchio con l'outro speculare di orubmaT kciS. Qui non si fanno rivoluzioni: semplicemente si alzano il volume e i watt. Tutto il resto è noia.

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