domenica 23 ottobre 2011

PALAZZI
Vittorio Cane
- Innabilis/New Model Label - 2011

Torna Claudio Cosimato, alias Vittorio Cane. Dopo l'uscita libraria di Tre Tempi, compendio di testi, accordi e poesie pubblicato nel 2010, arriva il momento per il cantautore torinese di entrare nuovamente in studio per mettere mano ai suoi quaderni pieni di appunti e note musicali e dare un seguito ai buoni riscontri ottenuti dal cd SECONDO alzando, se possibile, ulteriormente l'asticella del proprio lavoro. Come sempre la mezz'ora abbondante che anche questa volta ci viene regalata ha una invidiabile peculiarità: una estrema facilità di ascolto unita, per l'occasione, a trame musicali educatamente più complesse che in passato.  Maestoso a tal proposito è il violoncello di Beatrice Zanin in Umano, composizione di per sé già nobilitata dal pianoforte che Vittorio utilizzerà nuovamente in questo cd, in solitaria o con l'aiuto del fidato Deian Martinelli. Discorso simile per i fiati che colorano A Milano, Mai e A Casa Mia: mai sopra le righe, ben si coniugano con le atmosfere casalingo-metropolitane che Vittorio da sempre è in grado di realizzare, concedendosi rilassanti quadri naif in questo caotico e preoccupante inizio millennio. Quello Che è davvero un gioiellino pop; introdotto da fugaci manipolazioni synthetiche, si fa strada con stupefacente immediatezza, col sorriso sulle labbra, come quello di un paffuto scolaretto incamminatosi a piedi verso casa lungo un viale sterrato, delimitato da alte betulle, mentre il sole filtra tra le foglie in una benevola giornata primaverile. E se l'organo elettrico, in bella evidenza anche sul divertito soft rock con cui si riveste la title track Palazzi, ci riporta alla mente ottimi episodi contenuti in SECONDO è perché Vittorio possiede una cifra stilistica riconoscibile anche quando nuovi ingredienti vengono aggiunti alla ricetta. Lo scrittore Christian Frascella, autore dell'interessante Mia Sorella È Una Foca Monaca e del più recente La Sfuriata Di Bet, interviene per la stesura a quattro mani di Sto Bene, una bugata pop che avrebbe probabilmente goduto di migliore sorte se arrangiata per sola chitarra e voce. Ma tant'è. Si respira un malinconico Battisti dalle parti di Non Ne Ho mentre l'esecuzione del brano viene fissata su un registratorino a quattro piste nell'appartamento di Vittorio/Claudio. Responsabilità mantiene sonorità "cagnesche" cercando di dar voce ai sogni di una generazione castrata nelle intenzioni prima ancora che negli atti pratici; non basta rimboccarsi le maniche, ci vuole fortuna e scaltrezza, anche se spesso è poi la consapevolezza di ciò che si è a farci tenere spalancata una finestra sulla realtà e sulla quotidianità. Non una canzone di denuncia, ma neppure divertissement fine a se stesso.  Una batteria piuttosto insistente battezza Qui, psichedelica riflessione sul tempo che immobile va, in cui Cane, novello Lenny Kravitz sabaudo, suona e si diletta con tutti gli strumenti a sua disposizione, prima di toccare il climax dell'album con la già citata A Casa Mia, ballad per mellotron e pianoforte che regala istanti di magia pura. Al suo terzo lavoro in studio il sasso nello stagno della musica indipendente, e non solo, è stato gettato. Vittorio Cane non nasconde la mano: la porge, aperta, in un saluto amichevole. Chi ci sarà dall'altra parte?

Nessun commento:

Posta un commento