mercoledì 21 dicembre 2011

UN MERAVIGLIOSO DECLINO
Colapesce
- 42 Records - 2012

Chi è Colapesce? La tradizione lo vuole figlio di un umile pescatore messinese, metà uomo e metà pesce, abilissimo nelle immersioni in acqua e nell'esplorazione di mondi sommersi tutti da scoprire, per questo chiamato dall'imperatore Federico II affinché provasse anche a lui cotanto talento. Le cronache musicali ci tramandano un giovanotto di nome Lorenzo Urciullo, all'incirca sulla trentina, che come il mitico Cola si allontana temporanemente dai suoi affetti, in questo caso la band di origine Albanopower e il dinamico duo Santiago, allestito in compagnia dell'amico Alessandro Raina, per esplorare ed approfondire la conoscenza di nuovi territori. Questa è la prima raccolta completa, l'esordio su lunga distanza in uscita a gennaio 2012 dopo l'affascinante ep omonimo dello scorso anno. Toni rilassati, cantautorali, folk e rock, sostanzialmente privi di elettronica, con un'attenzione ai testi particolare che denota una propensione alla poesia ancora più profonda rispetto ai già godibilissimi sei brani contenuti nel suddetto COLAPESCE. In questo inverno che ormai da qualche giorno batte con veemenza alle nostre porte c'è da crogiolarsi nell'atmosfera raccolta e sognante suscitata dall'ascolto di piccoli capolavori quali Un Giorno Di Festa  o La Distruzione Di Un Amore. Qua come altrove (Quando Tutto Diventò Blu) fa capolino un mood tutto capitolino (Zampaglione, Fabi, Angelini) filtrato dalla sensibilità quasi nerd degli Amari; l'opener Restiamo In Casa, ad esempio, sembra un upgrade di quella Bolognina Revolution che decretò il successo dei friulani, ma spogliata di tutti gli orpelli sintetici con cui veniva colorata affinché la resa finale, attraverso un sentire comune, sia qui più calda, più semplice, più umana. Ma c'è dell'altro. C'è il brillante singolo S'Illumina, con il suo ipnotico arpeggio portante di chitarra, e gli spettrali ricordi anni '50 della dimessa Il Mattino Dei Morti Viventi, piano sequenza in bianco e nero rubato ad un Dente noir. La Zona Rossa racconta l'impegno quasi militante che arde spontaneo come il magma infuocato dell'Etna, presente tanto nelle viscere della terra quanto negli abissi marini; gli archi e i fiati, arrangiati da Roy Paci, danno un tono solenne alla critica sociale cantata ne I Barbari. La delicatezza di Sottotitoli non avrebbe di certo sfigurato nel canzoniere del miglior Moltheni; a tal proposito è giusto sottolineare l'importanza e l'esperienza in fase di produzione di Giacomo Fiorenza che con il Giardini ha condiviso diversi anni, in studio e sul palco, da sempre garante di ottime soluzioni sonore. Oasi è spaziale: gli Smashing Pumpkins che incontrano Iron & Wine mentre discutono di filosofia con Battiato. La suggestiva ripetitività latina di Bogotà seduce ad occhi aperti parafrasando in musica il sempre più imprescindibile ANIMA LATINA. Non ci sono parole in grado di descrivere la purezza de Le Foglie Appese: una cura per il panico e una instancabile recherche di Atlantide, ammaliante come la voce di chi la canta. Che bravo che è Colapesce. E come il mitico Cola piace pensare a Lorenzo, insieme a tutti gli ospiti e collaboratori del cd, quale colonna portante dei destini della Trinacria, testimonianza concreta di un amore verace per la propria terra che nessuna calamità può scalfire. La perla nascosta e salvaguardata dal grembo materno del Mediterraneo.

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