lunedì 27 febbraio 2012

25-02-2012
- NOMADI live @ Teatro Tenda -
Novellara (RE)

Si è parlato tanto, troppo e molto spesso a sproposito in questi ultimi due anni e mezzo. Tanto ancora si dirà nelle settimane e nei mesi a venire dell'abbandono di Danilo Sacco in seno ai Nomadi. Diciannove anni là su quel palco, in prima fila dopo l'incolmabile vuoto provocato dalla scomparsa del grande Augusto Daolio, all'inizio condividendo la responsabilità del canto con Francesco Gualerzi poi, dal 1998 in solitaria, da frontman navigato e maturo, non si cancellano in un istante e sicuramente possono portare con sé, alla luce di quanto accaduto, polemiche (sempre sterili) e riflessioni. A fronte dell'addio per motivi di salute del cantante astigiano, vittima, ricordiamolo, nella primavera del 2009 di un infarto che pareva potesse pregiudicarne la salute prima ancora che la carriera, è giusto così registrare e prendere atto dello scontento di quanti hanno seguìto, e forse addirittura scoperto, la band di Beppe Carletti negli anni post Augusto proprio grazie alla crescita artistica dell'ex cantante della Comitiva Brambilla, ora delusi in primis per la decisione maturata e, in seconda battuta, per un presunto atteggiamento "freddo" della band all'indomani della notizia resa pubblica da Danilo sul suo sito. Concluso il tour teatrale in supporto a CUORE VIVO, raccolta di rifacimenti nomadi tra 1967 e 1977 con due inediti, non senza questo imbarazzo di fondo, dal primo gennaio 2012 le strade delle parti in causa si sono così ufficialmente separate. Danilo Sacco si rifugia nell'abbraccio della sua Agliano, prende un po' di tempo per riordinare le idee e lascia intendere come, a tempo debito, una nuova avventura musicale verrà abbracciata e condivisa con quanti vorranno seguirlo nel suo percorso.

Di riflesso i Nomadi hanno la necessità di trovare un nuovo cantante in grado di affrontare un gravoso impegno: raccogliere l'eredità dello stesso Sacco e, come a quest'ultimo accaduto, quella sempre pesantissima di Augusto Daolio, ineguagliabile per carisma e sensibilità artistica, del quale nel 2012 ricorrono fra l'altro i vent'anni dalla scomparsa. Gli stessi trascorsi dalla morte di Dante Pergreffi, quel Principe Desiderio ricordato sempre sorridente al basso e che solo il destino ebbe la forza di portare via anzitempo in quello sciagurato 1992. Ricorrenze e anniversari. A 365 giorni dai cinquant'anni di carriera della band. Febbrili, le prove con i nuovi candidati vocalist si sono protratte fino a qualche settimana fa, nel riserbo più assoluto. Da fine novembre ad oggi si sono succedute voci, smentite, ipotesi; nomi ne sono stati fatti davvero molti, da Roberto Tiranti dei Labyrinth a Paolo Montanari dei Ma Noi No, cover band nomade d.o.c.g., passando per la compagna dello stesso Tiranti, Irene Fornaciari, già al fianco del sestetto novellarese in più di una occasione. Niente da fare. Il nuovo cantante sarà presentato sabato 25 febbraio, in occasione del XX Tributo ad Augusto, appuntamento classico per il popolo nomade, dove farà la sua prima uscita ufficiale. E il 26 si bissa.

Arrivati nel tardo pomeriggio di sabato sostiamo qualche istante al di fuori del tendone sotto cui si svolgerà il concerto ascoltando commenti e aspettative. C'è cauto ottimismo per quanto accadrà da qui in avanti nella storia dei Nomadi anche se un calo numerico di presenze al momento è un dato ben visibile. Entriamo, e anche sotto al tendone ci si muove senza grossi problemi. Certo, son passate da poco le 20:30 dunque tutto sommato è ancora presto. Però... Conclusa la breve esibizione a suon di ritmi caraibici di Pepe e Los Trinitarios, è la volta di Martino Corti, mascotte nomade rimasta nei cuori di qualche fans e oggi di nuovo sul palco ad aprire la serata come spesso accaduto nel corso del tour 2010. A scaldare davvero il pubblico ci pensa però l'arrivo di Cisco, uno dei tanti nomi dati per papabili e in corsa alla successione di Danilo Sacco almeno fino alla fine dello scorso novembre, quando a far naufragare la sua possibile candidatura nel ruolo di nuovo cantante nomade apparve sul sito internet dell'artista la notizia di fine registrazioni del nuovo disco solista. Forte dell'esperienza ultradecennale maturata tra le fila dei Modena City Ramblers e dotato di un naturale carisma, il buon Bellotti ha gioco facile nell'intrattenere la platea intonando uno dei nuovi brani contenuti in FUORI I SECONDI, sua ultima fatica discografica uscita da meno di un mese. Scritto in collaborazione con il chitarrista Andrea Faccioli, presente sul palco in compagnia di Simone Copellini allo xilofono, Augusto non poteva infatti che essere dedicato all'indimenticabile Daolio e gli applausi commossi e sinceri delle persone che via via stanno arrivando ne impongono un bis immediato. Poi è la volta di Beppe Carletti.

Accompagnato sul palco da Red Ronnie, che con la sua innovativa Roxy Bar TV seguirà in diretta mondiale la due giorni di Novellara, e con Pietro Casarini presentatore di giornata, la parola passa però subito al protagonista più importante che la storia nomade abbia mai avuto. Sul maxischermo alle loro spalle compare infatti un Augusto d'annata che all'intervistatore di turno ha modo di ricordare come
i Nomadi dopo, già allora, oltre venti anni di onorata carriera siano non solo una band, ma uno stile di vita vero e proprio. Che cresce e guarda al futuro. Quel futuro che ora, febbraio 2012, è il nostro presente, qui, proprio in quel di Novellara. Al rientro dall'intervista sono la comparsa on stage della chitarra di Daolio e del basso di Dante Pergreffi a colpire e suscitare emozione. Lo stesso moto d'animo e di affetto che tra gli applausi scroscianti di tutti accompagna le parole di ringraziamento rivolte al pubblico da parte di Carletti. Affetto certo, ma anche qualche sassolino finito nelle scarpe lungo il camminare di questi ultimi mesi e che ora pare necessario togliersi. Con una certezza incrollabile: "Possiamo guardare al domani perché abbiamo un passato fortissimo". Siamo in ritardo di qualche minuto sulla tabella di marcia, ma poco importa.

Oggi è una festa. Una festa con una sorpresa di nome Cristiano e l'attesa è naturalmente palpabile. Poi, quando meno te lo aspetti, si spengono le luci e tutto si fa buio sotto al tendone. È qui che "nasce la terza vita nomade". Protetti dal profilo di Augusto Daolio che compare sul lato destro della scenografia quasi a osservare la sua band, i cinque veterani della band salgono sul palco, si posizionano dietro ai loro strumenti e rivolgono lo sguardo nuovamente al maxischermo dietro di loro. Ancora Augusto, da un passato che si fa presente, prende la parola: "Allora, grazie per essere venuti questa sera; oggi... ancora un'altra volta, con tanto sentimento, sempre Nomadi!" All'istante le note di Ricordarti si propagano dai pick up della chitarra di Cico Falzone, che taglia l'aria e annulla quell'aura di sogno nella quale ci si stava pigramente crogiolando. E sono note pesanti, massicce, che corrono a ritroso nel tempo per riannodarsi a quei fili mai recisi vent'anni prima. Spetta a Massimo Vecchi, che alcuni avrebbero voluto promuovere sul campo nel ruolo di voce unica dei Nomadi, l'incombenza del canto; ma la seconda strofa è tutta per Sergio Reggioli mentre la terza tocca al già citato Falzone. Esecuzione corale supportata dalle inattese, ma sempre gradite presenze di Cristina Montanari e Monica Magnani che si fanno sentire con la misura che le contraddistingue nel finale. L'attesa per poter ascoltare e conoscere il nuovo cantante non è dunque terminata. Fotocamere e cellulari restano ancora a bocca asciutta anche durante il secondo brano in scaletta, la veemente Ad Est, Ad Est affidata a Vecchi, grintoso e carico al basso tanto quanto pare esserlo l'infaticabile Daniele Campani dietro la batteria.
Tutto sotto l'occhio vigile di Carletti. Ormai ci siamo.

È tempo di un nuovo, importante battesimo. Spetta al grande Augusto "officiare" dal maxischermo: "Ti dedichiamo questa canzone; con questa canzone diventi praticamente battezzata. Sei a posto con Dio, con la terra, con il mondo, con tutti e soprattutto fai parte della grande famiglia dei Nomadi". Signore e signori ecco a voi Cristiano Turato. Tre inchini carichi di emozione rivolti ai tre spazi in cui si divide il pubblico. "Heilà! Alloraaa!! ...Ciao a tutti." Basettoni, pizzetto, di nero vestito, con una voce molto corposa e strutturata anche nel parlare e con una cresta cyberpunk che mai s'era vista da queste parti, il primo impatto con il nuovo cantante è sorprendente. Quasi un pugno nell'occhio. Inutile paragonarlo, anche solo esteticamente, a Danilo Sacco o tantomeno ad Augusto Daolio. Altri tempi, altre necessità. "Prima di tutto, ragazzi, volevo veramente, veramente, col cuore, con tutto me stesso, ringraziare loro perché mi hanno scelto... e non so ancora perché!?! Per me, per me è come sposarmi di nuovo, avere una nuova famiglia. C'è tutto da fare, c'è tutto da costruire, e io voglio farlo insieme a voi. Mi date una mano? Grazie." Grande prova di umiltà da parte della ventitreesima new entry in casa Nomadi lungo questi quasi cinquant'anni di carriera.

"Se riusciremo a passare questa due giorni indenni - ammonisce tra il serio e il faceto Falzone - ce la faremo". Si riparte. L'hard rock di Sangue Al Cuore non risente affatto del cambiamento vocale operato dal nuovo arrivato che ci mette anzi del suo per mantenere l'usuale potenza sprigionata dalla musica, lasciando intravedere smaglianti bagliori metal e sfiorando addirittura il growl.
Potentissimo. Con Una Storia Da Raccontare Turato divide il cantato con Vecchi e anche in questa occasione imprime una aggressività nuova all'interpretazione che ben si sposa alle liriche contro la pena di morte. Sempre in ambito sociale fa la sua comparsa Il Serpente Piumato, affidata nella sua interezza al bassista e seguita a ruota dalla più disimpegnata, ma non meno efficace Toccami Il Cuore, appannaggio invece del nuovo frontman. Qualche comprensibile incertezza per lui in questo pezzo, ma il giovane cantante patavino, classe '74, può contare su una squadra di professionisti affiatata che sopperisce alle sue veniali lacune garantendogli fiducia e sostegno incondizionato. È a questo punto che purtroppo per noi termina la prima giornata del tanto atteso XX Tributo ad Augusto. Le note de La Libertà Di Volare e Auschwitz rieccheggeranno di lì a breve frammentarie e lontane alle nostre orecchie mentre saremo costretti da uno spiacevole imprevisto ad abbandonare il luogo del concerto, non certo per stanchezza o peggio ancora per delusione rispetto a quanto ascoltato fino a quel momento. Peccato, perché il fattore T piace e potrebbe regalare soddisfazioni anche alle "vedove inconsolabili" di Danilo, già da queste prime apparizioni. Tempo al tempo. Dove si va? Per intanto poco oltre la collina c'è il paese che ci aspetta. Domani pomeriggio torneremo invece a Novellara, quando sarà tutto a posto.

Andrea Barbaglia '12

le fotografie pubblicate sono tratte dal sito web www.nomadi.it

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