mercoledì 8 febbraio 2012

BIRDY
Birdy
- 14th Floor Records - 2011

Poche delicate note introduttive di pianoforte. Poi una voce. Melodiosa e sicura al tempo stesso. È quella a colpirci e ad emozionare all'istante non appena sul lettore cd arriva il momento di Skinny Love. Erano passati appena cinque minuti da quando l'altrettanto seducente 1901 aveva già catturato impunemente la nostra attenzione tra i tanti ascolti che ogni giorno si susseguono da queste parti. Nei successivi centottanta secondi abbiamo bisogno di avere attorno a noi assoluto silenzio. Nessun ascolto in cuffia: il volume dello stereo si regola da sé mentre una nuova ondata di brividi corre lungo la schiena. Magia. Magia per quelle note prese con sicurezza e padronanza dei propri mezzi. Jasmine van den Bogaerde è impressionante. Davvero fa quasi spavento la sua bravura tanto è sviluppata in questa ragazzina di neanche sedici anni proveniente dall'Hampshire la capacità di interpretare con maturità brani già di per sé freschi, rinnovandoli ulteriormente. Fatta eccezione per Fire And Water di James Taylor, la decisione di ripescare canzoni che non siano state fino ad ora grossi successi commerciali è scelta intelligente e condivisibile; non ci stupiremmo tuttavia se tra qualche anno accanto a Bon Iver e Phoenix, tanto per citare gli interpreti dei brani di cui sopra, trovassimo Rolling Stones e U2, rimodellati con lo stesso gusto dalla creatività della giovane britannica di origine olandese. Una band come gli A Perfect Circle "osò" rileggere nel suo eMOTIVe una canzone di pace e speranza come Imagine stravolgendola a tal punto da sottolineare comunque la grandezza di Lennon, anzi amplificandola perché illuminata da un'altra prospettiva, ben più oscura e malata, con il risultato allora di realizzare in musica la summa del malessere post 11 settembre. Un angolo prospettico differente rispetto all'originale insomma; qua spesso basta un pianoforte per ottenere un effetto straniante simile. Un pianoforte e una voce ovviamente. Si prenda Shelter: mentre per gli XX l'atmosferico dialogo interiore poggia su un elegante effetto di sospensione a cui partecipano tutti gli strumenti che mano a mano vengono inseriti, Birdy limita inizialmente al solo pianoforte l'intervento strumentale, in un crescendo evocativo molto pop rafforzato dai raddoppiamenti della voce. O ancora, si veda il caso della più strutturata People Help The People dei Cherry Ghost: ripulita dalle importanti derive indie rock che le hanno garantito una certa attenzione Oltremanica, nelle mani di Jasmine si trasforma in un affascinante canto ancestrale dal retrogusto gospel, maestoso e ambizioso insieme, da impreziosirsi affidandosi alle cure di un'intera orchestra sinfonica. E che dire di Young Blood? Synth-pop dalle derive dreamy nell'originale dei The Naked and Famous sviluppa e mette in risalto una interessante matrice trip hop altrettanto sognante. I ritmi campestri di White Winter Hymnal dei Fleet Foxes sfumano in un più educato canto natalizio, delizioso e festante. Anche nei casi dove arrangiamento e sonorità restano più fedeli all'originale (I'll Never Forget You del misconosciuto Francis and the Lights; The District Sleeps Alone Tonight degli electro-indie The Postal Service) è Birdy a regalare nuove emozioni, filtrando le parole, flirtando con le atmosfere. Quasi in chiusura ecco l'inedito firmato da Jasmine, una Without A Word che si muove sulle coordinate della migliore Tori Amos irrobustita dallo spirito pugnace di Anouk. Anche in questo caso, senza particolari pressioni, vengono valorizzate le sue doti canore, quelle stesse che emergono in ultimo nella Terrible Love dei The National, tra archi a profusione e gusto per la melodia tipicamente internazionale. Che esordio!?! 

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