sabato 11 febbraio 2012

LA VITA QUOTIDIANA IN ITALIA

LA VITA QUOTIDIANA IN ITALIA
Enrico Brizzi/Yuguerra
- Irma Records - 2011

Di dischi barricaderi ne escono sempre molti. In Italia come nel resto del mondo. Maestri loro malgrado i Clash di Joe Strummer che nella breve, ma intensa parabola della loro esistenza seppero coniugare la sfrontatezza punk a quegli aspetti di disagio largamente diffusi nella società, sperimentati spesso in prima linea e in prima persona, attraverso un vissuto quotidiano certamente personale eppure al tempo stesso cosmopolita. Storie di almeno trent'anni fa, quando non solo l'Inghilterra, ma pure il nostro paese bruciava in quelli che passeranno tristemente alla storia come gli anni di piombo. Poi, qua come Oltremanica, le cose almeno superficialmente rientrano: è la metà degli anni '80, gli anni del pentapartito, della Milano da bere, gli anni in cui la televisione non è più solo saggio grillo parlante, ma getta poco per volta le basi per quello che nei decenni a venire sembrerà essere un pericoloso cambiamento funzionale; quasi un tradimento, basato su di un appiattimento culturale forse senza precedenti, allettante, ma effimero specchietto per le allodole dispensante fama, successo, denaro. Facili ovviamente. Troppo facili. E se la provincia pare essere il baluardo ultimo di fronte a questo istupidimento generale, quale grande capoluogo di regione pare assurgerne a simbolo metropolitano? Dio Salvi Bologna. Bologna è stata anche vittima sacrificale del terrorismo. Lei e i suoi 85 morti, i suoi 200 feriti della strage alla stazione ferroviaria del 2 agosto 1980. Lei che, traboccante vita, dinamismo e cultura, venne nuovamente colpita dopo la già pesante ferita dell'Italicus di sei anni prima. Eppure è anche dalla cittadina felsinea che l'Italia trova la forza per reagire sotto lo sguardo vigile di San Petronio e all'ombra della torre degli Asinelli. La provincia che si fa città (Rialzati Bologna) trova nel suo sottobosco tante cellule dormienti pronte a ribellarsi di fronte all'imbarbarimento culturale negli anni del berlusconismo. Enrico Brizzi è una di queste. Vigile, attento, partecipe. Disposto ad una reazione forse composta, sicuramente ferma. L'intellettuale moderno, a 360°, che non si occupa più solo di scritti e teatro, ma che si fa promotore di una realtà nella quale inglobare pure la musica e i viaggi, fonti di arricchimento culturale parallele. Dopo gli esordi discografici coi Frida X, in seguito all'interessante IL PELLEGRINO DALLE BRACCIA D'INCHIOSTRO per il quale venne affiancato dai Numero 6, Brizzi trova ora in Yuguerra il nuovo compagno col quale narrare, a suon di combat rock emiliano e punk padano, malinconiche e grottesche scene di vita tratte dagli ultimi venticinque anni in Italia, a cavallo tra la "Prima e Seconda Repubblica di un Paese che ha guardato troppa televisione: Pertini e Supergulp, Berlinguer e Bim Bum Bam, Craxi e Drive in; e poi Tangentopoli, le istituzioni gambe all’aria e l’epoca del Silvio, il grande raccontatore di miracoli che ha dapprima esaltato, quindi guidato a modo suo e infine messo in imbarazzo una intera Nazione". Undici tracce per raccontare Lo Specchio Della Società, lo stato del Paese durante la Silvio Summer nel modo più efficace possibile: con le parole della poesia e l'urgenza del rock. Frusciante è uscito dal gruppo una seconda volta, non per occuparsi con insano voyeurismo de Le Vite Degli Altri, ma per salutare Un'Altra Primavera. Fino Ad Un Attimo Prima Sembrava Impossibile.

un link al seguente post è presente qui: https://www.facebook.com/enricobrizzi.yuguerra

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