lunedì 12 marzo 2012

CONQUISTE
Cosmetic
-  La Tempesta - 2012

Sorprendente!? La crescita dei Cosmetic c'è stata una volta ancora e il risultato è ben sintetizzato fin dal programmatico titolo del nuovo album CONQUISTE, secondo lavoro del quartetto romagnolo per La Tempesta e quarto in assoluto dopo la piccola parentesi per ingannare il tempo del 10" IN OGNI MOMENTO. Conquiste dicevamo; conquiste che allargano in maniera decisa i confini della propria musica, non più confinata nello shoegaze di pregevole fattura alla base del già ottimo NON SIAMO DI QUI, ma che spazia con maggiore sicurezza e dinamismo nel rock lisergico e nelle virate di alternative rock anni '90 tanto in voga in quegli anni negli Stati Uniti. Suoni grassi e corposi. Qualcuno potrebbe parlare di grunge. L'ascolto della mastodontica Colonne D'Errore non lo smentirebbe affatto: Hüsker Dü e Motorpsycho che lottano fra loro con i Nirvana terzo incomodo a decidere le sorti della contesa e i primissimi Verdena seduti in un angolo a contemplare la scena. Dove potremmo avere la buona sorte di vivere un'istantanea del genere? Forse proprio tra le strette viuzze del borgo che compare sulla copertina del cd, nuova opera di Elzevira Pagliuca, e sulle quali incombe la figura, se non minacciosa quantomeno inquietante, di una astronave aliena pilotata, di questo siamo certi, da Bart, Pain, Emily e Mone. Non sono di qui, ricordate? Così spetta a loro sbarcare nuovamente sul suolo terrestre verso La Fine Del Giorno (tra i momenti riconducibili al loro passato più prossimo) in questo inizio di primavera e avviarsi verso La Lenta Conquista di cui sopra, spingendo sul tasto della credibilità acquisita e maturata in sede live dopo oltre quindici anni di carriera e inscatolata, forse davvero per la prima volta, pure in studio grazie al lavoro di Paolo Rossi in cabina di regia presso il Waves di Pesaro. All'irruenza punk di Scisma, cui fa seguito la nota Prima O Poi, già presente sull'ep del 2011, spetta il compito di promozionare il tutto presso radio, siti e webzines. Melly e Sitar tengono desta l'attenzione con il loro vorticoso impasto sonoro fatto di dream pop, elettrica sonicità e roboante groove; l'acustica Calla rallenta i ritmi, delicata ballad sonica capace di cullare l'ascoltatore con garbo e discrezionalità. Per Un Amico cresce lentamente, sulla distanza, allorquando le sei corde prendono il sopravvento per innalzare un muro sonoro degno dei migliori A Place To Bury Strangers. In questa esplosiva miscela chitarristica trova spazio anche uno strumentale: Andreini è un sognante frammento onirico, goccia atmosferica nell'incendiario mare sonoro che di lì a poco prenderà corpo tra le ormai famose colonne d'errore. Quattro minuti ancora poi tutto finirà. I saluti conclusivi spettano a Lo Spavento. E mentre l'astronave decolla, con grande stupore tutti alzano la testa e levano lo sguardo al cielo. Dopo anni di shoegaze la conquista della posizione eretta è completata, l'evoluzione in atto.

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