mercoledì 18 luglio 2012

17-07-2012
- ENRICO RUGGERI live @ Castello di Ussel -
Châtillon (AO)

Oggi si va in montagna. Si sale in Valle d'Aosta. Occasione per questa estemporanea gita fuori porta è una tappa del Multimedia Tour di Enrico Ruggeri inserita nell'interessante contesto della rassegna musicale Musicastelle Outdoor organizzato dall'assessorato al turismo valdostano. Ripensando all'antica fede interista del cantautore milanese sorridiamo di fronte all'enorme "Benvenuti" tutto bianconero che ci accoglie poco dopo l'uscita autostradale. Del resto  proprio in questi giorni i campioni d'Italia della Juventus si trovano in ritiro a Châtillon per preparare la nuova stagione e la notizia del live di Ruggeri campeggia addirittura sui manifesti che svelano gli appuntamenti di contorno alla permanenza della compagine piemontese in Vallée. Anomalo, ma funzionale alle modalità con cui si è voluta allestire la kermesse musicale, è l'orario scelto per l'esibizione: le 17:30 di un caldo e solleggiato martedì, ai piedi del castello di Ussel, antica dimora degli Challant
. La piccola radura, letteralmente spazzata dal vento e presso cui si raduna un numero via via sempre più consistente di ascoltatori, è luogo di ritrovo per i volti noti dei fans dell'autore di Gimondi E Il Cannibale, canzone che avremmo visto bene eseguita in questo contesto, anche alla luce della partenza del 49° Giro della Valle d'Aosta avvenuta non più tardi di ventiquattro ore prima, con un cronoprologo serale presso il Forte di Bard. La pedana su cui è posizionata una strumentazione invero minimale (chitarra, basso, batteria, tastiera) è radente l'erba. Di transenne nemmeno l'ombra. Capita raramente di trovarsi di fronte ad un allettante scenario di questo tipo quando di mezzo ci sono giganti della Musica; un'occasione ghiotta da non lasciarsi sfuggire.

Alla spicciolata ecco quindi arrivare Enrico Ruggeri seguito come sempre dal fido Luigi Schiavone, dall'immarcescibile Fabrizio Palermo e dal sempre affabile Marco "Nano" Orsi. Poco dopo le 16:00, mentre alcuni sfoderano sorprendenti creme solari dalle protezioni più svariate, iniziano le prove che regalano in poco meno di mezz'ora ben mezza dozzina di canzoni. Da Prima Del Temporale a La Vie En Rouge, passando per Quante Vite Avrei Voluto e Ti Avrò, fino a La Preghiera Del Matto e al duetto con l'ex Kymera Davide Dugros in Il Mare D'Inverno, scorrono veloci alcuni fra i momenti più intimisti e conosciuti del Nostro. Regolati volumi e suoni e scattate alcune fotografie, è il tempo per il cambio d'abito d'ordinanza. Ore 17:40, si parte. Seduti, su invito del solerte presentatore di giornata, ma si parte. Prima Del Temporale evidenzia fin da subito un buon lavoro di chitarra che si completa e culmina nell'assolo finale sottolineato dagli applausi. "Buonasera, buon pomeriggio. Complimenti a voi, complimenti a chi organizzato tutto questo. È molto bello." Le note dell'RD 170, appannaggio di Palermo, sono quelle de Il Portiere Di Notte, figura evocativa e storica del repertorio ruggeriano accompagnata dalle voci del pubblico che nel frattempo s'è fatto più numeroso. Altro assolone di Schiavone dilatato nel vento. "Dunque, questa è una canzone che scrivi ricordando la tua infanzia. La mia infanzia non era così solleggiata era un'infanzia un po' più metropolitana, con dei campi di calcio che venivano inventati da qualche parte. Andavi a giocare e sognavi di essere al Maracanà o a Wembley o a San Siro. E i colori non erano così sgargianti e definiti."

"Era un'infanzia un pochino nebbiosa, un pochino in bianco e nero, ma naturalmente, come tutte le infanzie, uno la ricorda anche con un po' di nostalgia"; i fotogrammi di una vita che fin dal concepimento corre inevitabilmente verso il futuro sono fermati nelle istantanee color pastello di Quante Vite Avrei Voluto. Poi Rien Ne Va Plus. Che a sorpresa va in medley con la potente Nessuno Tocchi Caino, luminescenti tasselli di un puzzle più ampio, subito allargato infatti alle successive Peter Pan e La Vie En Rouge. Qualcuno storce il naso quando Ruggeri pronuncia la parola X Factor per presentare, questa volta a tutti, l'ospite di giornata, il già citato Davide Dugros che, con l'ormai ex compagno Simone Giglio, aveva dato vita al duo vocale dei Kymera. Anche i timidi applausi sono indice di come probabilmente si paga ancora lo scotto di aver partecipato ad un programma tv che ben poco contribuisce a far crescere Artisti meritevoli di attenzione, privilegiando dinamiche in contrasto con la palestra di quanti per tentare di emergere si fanno le ossa su palchi di provincia privi di lustrini e pailettes, ma così simili a quello su cui si stanno esibendo Ruggeri e compagni. Tant'è. Il Mare D'Inverno è l'ovvia scelta per il duetto tra il veterano rocker meneghino, qui anche alle tastiere, e il giovane cantante valdostano; è il basso bello pieno di Palermo a dar il la al pezzo che registra, oltre al solito granitico apporto dell'imprescindibile Schiavone, i favori del pubblico anche più "agnostico". Buono pure l'affiatamento tra le due voci, specie alla luce dei problemi tecnici avuti durante le prove quando quella di Dugros, comunque eccessivamente coreografico e teatrale nell'interpretazione, si sentiva flebile e ben poco incisiva.

Con I Dubbi Dell'Amore il Rouge recupera il ruolo di frontman unico mentre il vento soffia ancora forte e non accenna a calare. Le tonanti rullate di Nano Orsi preannunciano la stupenda Ti Avrò, jolly pescato dal mazzo di carte in dotazione al prestigiatore delle sette note Ruggeri e capace di fare la fortuna di un album come IL FALCO E IL GABBIANO. "Questa è una di quelle canzoni che ogni tanto si scrivono per prendersi cura di qualcuno": La Preghiera Del Matto, una delle sue numerose ed importanti non hit di massa, incontra da sempre i favori del pubblico, risultando proprio per questo motivo numero quasi imprescindibile nei concerti da all'incirca due lustri a questa parte. Rapida presentazione della band, quindi spazio all'immancabile Quello Che Le Donne Non Dicono. A sorpresa ecco un intermezzo fotografico. Invitato sul palco un qualsivoglia essere umano dotato di fotocamera, tocca ad una emozionata fan di medio corso realizzare uno scatto, probabilmente anche da twittare di lì poco, al quartetto schierato davanti al proprio pubblico con le braccia al cielo (ma ancora seduto a terra) per immortalare la giornata odierna. Si riprende con lo show. E che show!?! Lo scatto per riconquistare la posizione eretta nelle prime file è istintivo e lo slancio per avvicinarsi ai musicisti immediato quando il riff metallico di Polvere incendia l'aria. La miccia è stata innescata.

Un po' a sorpresa, e per lo scorno di molti, è già tempo dei bis. Ovviamente, dato lo spazio informale, non c'è discesa dal palco, ma un'immediata esecuzione di Contessa che spinge fatalmente i fans, felini, a circondare "minacciosi" la pedana su cui si trova Ruggeri. Tutti assediati. Lui e la band. A meno di un metro dall'ormai imminente contatto fisico ci si arresta e, divertiti, si mantiene la posizione partecipando alla festa di canti e urla di approvazione sui botti conclusivi di Mistero che, rouggendo tra i decibel della Schecter S1, aggredisce lo spettatore con alto tasso di godimento del quartetto impegnato con gli ultimi sforzi di giornata. Nel tripudio di fotocamere, videocamere e i-phone pronti a documentare l'evento, tra strette di mano e high five con lo stesso Ruggeri, si conclude un'ora abbondante di poetica rock in una "cornice spettacolare per un concerto unico nel suo genere". L'assalto, composto, al fortino è completato quando Schiavone stacca il jack. Da quel momento in poi è ricerca di fotografie e autografi. Un pomeriggio diverso dunque, singolare ed esclusivo a ben guardare; un'esperienza, condizioni logistiche permettendo, da ripetere quanto prima. La soddisfazione generale è oggettivamente palpabile tra organizzatori e fans, si riversa nelle chiacchiere post concerto e nelle ore successive sui vari social network dedicati all'artista milanese. L'unico appunto si può forse muovere alla durata dell'evento. Vista anche la piega presa con i pezzi più movimentati, una manciata di brani in più, magari un secondo bis invocato all'istante da molti, avrebbe garantito un finale ancora più esplosivo e coinvolgente. Spesso basta davvero poco più di niente. ps: e se invece fosse stata solo un'abile mossa per andar a spiare in gran segreto una Vecchia Signora?

Andrea Barbaglia '12 

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