domenica 16 settembre 2012

VECCHIO
Thegiornalisti
- Boombica - 2012

Nessuna sindrome da secondo album. Anzi, con una vigoria difatto molto Sixties i Thegiornalisti tornano sul luogo del misfatto per vedere l'effetto che fa. Esattamente un anno dopo la release del cd d'esordio VOL.1, e con il solito sguardo un po' romantico e un po' scanzonato di chi nella vita le ha già viste tutte, il trio capitanato da Tommaso Paradiso inanella pure questa volta una serie di canzoni estremamente godibili, mescolando il power pop della Swinging London all'irruenza proto-rock vissuta anche al di là dell'Oceano durante gli anni della British Invasion. Senza scordare formazioni autoctone coeve quali I Corvi ed Equipe 84. Così, tra lo jingle-jangle de Il Tradimento e un'arrembante Cinema, trova spazio la malinconia del sabato pomeriggio che fa capolino in Guido Così; tre modi differenti di intendere la vita secondo un comune denominatore: la consapevolezza che sia più importante fare, preferibilmente in tutta calma e serenità (I Gatti), piuttosto che stare a guardare. C'è molto di già sentito, anche in anni recenti, nella mezz'ora abbondante di questo secondo capitolo dei romani, ma piace pensare le citazioni presenti in VECCHIO quali sentiti omaggi ad un periodo, ad un'età, ad un immaginario ora senza tempo, in cui una serata al mitico Piper avrebbe garantito poi gloria imperitura, e interminabili chiacchiere da bar, al fortunato di turno imbattutosi in una Mita Medici o in una Patty Pravo, tra un concerto e l'altro; fantasticherie reali per la gioventù dell'epoca. E occasione giorni dopo per ritrovare sé stessi con il naso all'insù, intenti a riflettere e a scoprire che La Tua Pelle È Una Bottiglia Che Parla E Se Non Parla Vado Fuori Di Me. Canzoni che raramente superano i tre minuti riescono a ricreare un'atmosfera mai completamente perduta, grazie a costruzioni semplici e immediate in cui melodia e sentimento vanno a braccetto con una buona dose di energia. Pioggia Nel Cuore e Bere sono ottimi esempi in questo senso, con Una Domenica Fuori Porta perfetta colonna sonora per un trip da boom economico, mentre Mina furoreggia alle radio e al cinema si va a vedere il Fellini di . Diamo Tempo Al Tempo celebra, evoca e fonde Beatles e, a ben guardare, Radiohead: tutta l'ingenuità e la sperimentazione dei '60 con tutta la consapevolezza del nuovo millennio. Una saggezza che viene dal passato, un attaccamento alla vita in tutta la sua essenza. Un lungo viaggio in decapottabile filmato in super8, magari con Vittorio Gassman accanto, al posto di guida, intenti ad avvicinare quasi per caso l'irraggiungibile Catherine Spaak. Immagini in bianco e nero si rincorrono e costituiscono una trama fitta di rimandi e desideri, disturbate solo da qualche alone che il tempo ha depositato sulla pellicola, simile a quelli che oggi ritroviamo nelle produzioni indipendenti a basso costo sempre tanto in voga. E Che Ci Vuoi Fare? Così va il mondo. Vecchio. Nato Con Te.

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