mercoledì 3 ottobre 2012

CUCINA POVERA
ManzOni
- Garrincha Records - 2012

I migliori. Sono i migliori. Inutile tentare di smentire una tale, lapidaria, affermazione. I ManzOni sono in assoluto stato di grazia e, se mai ci fosse competizione, al momento, non potrebbero temere rivali. Giovani o veterani che siano. Diretti, poetici, profondi, inanellano una serie di uscite discografiche talmente alte da far impallidire ogni altro collega che nel corso degli ultimi anni abbia tentato anche solo di elevare le proprie rime ad una forma popolare capace di unire fruibilità e impegno. Da qui si impara la storia. Quella personale, capace di assumere un carattere universale attraverso gli occhi e le parole dell'inarrivabile Gigi Tenca, uno che paura di aprirsi al mondo proprio non ha. Un amante del rock e della pittura contemporanea (la programmatica scelta del nome ManzOni è opera sua), ma anche grande cultore dei fornelli e della buona cucina. Un uomo realmente più unico che raro, che ama la vita e conserva intatti lo stupore e la leggerezza del fanciullino tanto caro al Pascoli. Un poeta dei giorni nostri che attraverso i suoi racconti incarna la genuinità della provincia italiana, così schietta e viva, a tratti malinconica e qualche volta anche autodistruttiva. Eppure sempre pura, autentica e spontanea. Al suo fianco, immancabili, ci sono da tempo gli antichi compagni di viaggio nei Maladives Emilio Veronese e Carlo Trevisan, supportati dagli irrinunciabili Fiorenzo Fuolega e Ummer Freguia: cinque elementi diversi fra loro, ma accomunati da un sentire, da una koiné antica che è linguaggio comune, musicale e non. Magari portato all'eccesso, come capita nella dilatazione strumentale de La Strada, eppure sempre votato alla semplicità. Quella stessa semplicità che fa del vortice sonoro di Mario In Diretta TV, brano già provato in sede live con ottimi riscontri al pari della volutamente sgrammaticata Scusami, il vestito adatto al veemente, ma misurato, attacco ad una realtà cinica e amara. Vanno dritte al cuore le immagini private, commoventi, tratte Dal Diario, A Mia Madre mentre con sguardo compassionevole e benigno anche una bestemmia, lasciata solamente intuire, appare nuda in tutta la sua disarmante inutilità. Si chiude l'omaggio alle proprie origini con l'analitica descrizione di A Mio Padre, un tuffo nell'oceano dei ricordi di bambino e ragazzo. Un cantastorie moderno questo Luigi Tenca, capace di stupire con le sue innate doti di affabulatore: Una Garzantina, primo singolo estratto, è l'ennesimo quadro neorealista tracciato con parole franche su un post rock netto e melodico. Più onirica la rumoristica ...Ed Ecco L'Alba, quasi destrutturata, ma che piano piano cresce e si autoalimenta nel suo incedere marziale e meccanico, tra loop e giustapposizioni di suoni. Ancora un ultimo taglio di assoluta poesia nel lacerato spleen de In Toscana (mi dispiace / avevo prenotato anche il sole / non doveva piovere quel giorno) e una richiesta che non troverà mai risposta negli stratificati incroci chitarristici su cui poggia Dimmi Se È Vero. Storie, viaggi, racconti. I ManzOni sono le nostre guide. I nostri mentori. Giganti. Fragili come un fiore, ma robusti come il diamante. Naturali. Sanguigni. Con un cuore grande così. "Ecco, io racconto storie per chi vuole ascoltare; e per chi non vuole ascoltare... fa lo stesso." Grazie di esistere Gigi.
 

Nessun commento:

Posta un commento