venerdì 2 novembre 2012

LA MORTE
La Morte
- Anemic Dracula/Corpoc - 2012

Non poteva essere altrimenti. "In ogni epoca, da sempre, per chiunque. Arrivo e pareggio i destini, accomunando tutti i nati a un esito identico. Certissimo. Risaputo. Muoiono tutti. Che scoperta. (...) Non oggi, chissà, non domani. Prima o poi. Fìdati. Ne siamo certi. Ma si sapeva e almeno non sarà una sorpresa." Parole semplici. Consapevoli. Nette. Che non lasciano scampo a fraintendimento alcuno. Quiete nella loro serena e al tempo stesso drammatica partecipazione. Dunque, "come hanno reagito a questa scoperta clamorosa altri che furono vivi, in carne ed ossa, come tu lo sei ora? Di certo nessuno ha poi lasciato detto esattamente che cosa in quell'istante accada, né tanto meno dopo. Nessun trapassato ha mai condiviso il suo stato. L'unico passo comune, quando ci sei, te lo tieni per te. Paradossale. Tutto il resto è letteratura. Brutta o bella, passata o futura. Ed è esattamente quel che resta. Tanto vale farla." Firmato La Morte. Quello che in ultima analisi si rivela essere un riuscito progetto letteral-discografico a cura di Riccardo Gamondi e Giovanni Succi, è innanzitutto una selezionata ed analitica riflessione poetico-didascalica volta a mettere in luce la trattazione di un tema tabù, fra gli ultimi (fortunatamente?) "duri a morire" nel mondo occidentale, come quello riguardante appunto la fine della vita. Per farlo il basista degli Uochi Toki domanda al frontman dei Bachi da Pietra una selezione di letture da sonorizzare con la sua elettronica; Succi, non nuovo ad esperienze di questo tipo dopo la straordinaria rilettura addirittura per sola voce e ancora in corso d'opera de IL CONTE DI KEVENHÜLLER di Giorgio Caproni, "delinea l'idea, il tema e il nome del progetto". A primavera l'entrata in studio e la registrazione delle voci sono cosa fatta. È a questo punto che sulle letture interviene Rico, "selezionandole a sua volta in base alla propria ispirazione e componendo su di esse parti da campionamenti e field recording". Unici ospiti ammessi (e registrati nella cappella del cimitero comunale di Saludecio nei pressi di Rimini) un violino e un violoncello, rispettivamente affidati a Teresa Tondolo e Viola Mattioni; a Lucio Corenzi, direttamente dai Luther Blissett, spetta l'accompagnamento con l'immancabile contrabbasso. Attraverso la voce e l'elettronica il progetto propone pagine sparse della letteratura occidentale dal medioevo ad oggi, principalmente in prosa, eccezionalmente in versi, sul tema della morte. Inciso su vinile in sole 300 copie, con serigrafie in cenere ad opera di Veronica Azzinari, l'lp si apre con un estratto da I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni rintracciabile nel capitolo XXXIII, quando la peste si rivela in tutta la sua manifesta infettività pure sul malvagio don Rodrigo. Senza soluzione di continuità il Jean-Paul Sartre de Il Muro affronta lucidamente la notte che precede la morte del condannato ai tempi della guerra civile spagnola. Un persistente vento dell'Est soffia invece forte e gelido nel frammento estrapolato da La Morte di Ivan Il'ic di Lev Tolstoj mentre il protagonista analizza lucidamente, ma con rammarico, la malattia che lo sopraffarrà. E non sarà il sommesso recitato sulla ripugnante caducità del corpo umano nella lauda di Jacopone da Todi Quando t'alegri, omo d'altura a ravvivare l'animo dell'ascoltatore. Anzi... Meditiamo per lunghi tratti. Riapriamo gli occhi, solleviamo la puntina e cambiamo lato. Spetta a "uno scrittore che non assomiglia a nessun altro", ebbe a dire di lui Italo Calvino, procedere con una purulenta e nauseabonda descrizione riguardante la decomposizione cadaverica: direttamente Dall'Inferno Giorgio Manganelli è il nostro occhio critico e rigoroso. Quindi tocca allo stesso Calvino con il razionale signor Palomar dare il suo apporto, trasfigurato e sospeso. Ancora un contributo di Jacopone, con la lettura pressoché completa di un magistrale Succi intento a recitare, marziale e cadenzato, la lauda Sì como la morte face a lo corpo umanato. Infine la chiusura, eterea e cimiteriale, affidata a David Foster Wallace e al suo irrisolto Il Re Pallido. Il calendario dice 2 novembre... Omo, mittete a pensare...
 

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