giovedì 29 novembre 2012

MORIRE PER LA PATRIA

MORIRE PER LA PATRIA
Fuzz Orchestra
- BlindeProteus/BloodySoundFucktory/BoringMachines/Brigadisco/ CheapSatanism/EscapefromToday/fromSCRATCH/HysM?/IlVersodelCinghiale/Offset/Tandori/ToLoseLaTrack/Trasponsonic/VillaInferno/Wallace - 2012
 
Dispaccio #3. La Fuzz Orchestra è tornata. Minacciosa e irrequieta come suo solito. Dopo aver recuperato con l'omonimo debut album la memoria dell'antifascismo e dello stragismo di stato; dopo aver posto l'accento sull'oscurantismo degli anni di piombo con il successivo COMUNICATO N°2, ora è tempo di rivolgere l'attenzione ad una tematica difficile, e il più delle volte incomprensibile alla ragione umana, come la morte, specie se "ricercata" per "servire" la patria o, in una accezione più ampia, ogni qualsivoglia altra forma di idealismo. Anteponendo l'interesse del particolare alle esigenze dei più; mascherando brama e cupidigia individuali dietro la retorica spesso nazionalistica dei grandi -ismi collettivi. Inseguendo il filo rosso che le manipolazioni sonore di Fabio Fié Ferrario e i riff del chitarrista Luca Ciffo imbastiscono nell'arrangiamento narrativo ci troviamo una volta ancora all'interno di un quadro dalle tinte fosche, ma lucido e completo. Sì, perché ogni uscita dell'Orchestra risulta essere in ultima analisi un concept album non dichiarato, spurio, imperniato sugli interessi socio-culturali del trio milanese nel frattempo impegnato ad apportare una modifica delicata all'interno del proprio organico. Nell'estate 2011 allo storico Marco Mazzoldi è difatti subentrato alla batteria il poliedrico Paolo Mongardi, già Zeus! e Fulk∆nelli, Ronin all'occorrenza e live drums tanto per la colonna sonora originale del Roberto Dell'Era solista quanto per le date negli anni X de Il Genio. Mantenuto l'equilibrio e rodato il nuovo assetto del trio nel corso del tour seguente, i primi abbozzi di MORIRE PER LA PATRIA lasciano ben sperare per il risultato finale. Il sarcasmo con cui deve essere letta la titolazione del terzo lavoro, realizzato tra la Cascina Torchiera e il M24 Studio di Milano, esprime la condanna per le assurdità delle azioni umane compiute in nome di un "ideale" rigettato dai tre meneghini. Con loro, evento finora unico in casa Fuzz, compaiono alcuni compagni di viaggio capaci di modellare attraverso un sentire comune le solide strutture dei brani. Viene Il Vento unisce il free jazz di Edoardo Ricci alle incursioni rumoristiche di Xabier Iriondo, qui alla chitarra; riconoscibili fin dalle prime note i fiati di Enrico Gabrielli fanno da spina dorsale alle trame ritmiche de Il Paese Incantato, brano tagliente che fa il paio con la furia della metallica pazzia religiosa espressa in Sangue. La narrazione in prima persona, affidata ai contributi cinematografici di volta in volta diversi, scorre ora corrosiva, ora beffarda. Ne La Proprietà resuscita il mai dimenticato violino dell'ombroso Dario Ciffo, mentre Gabrielli torna poco dopo, anche al canto. Non stupisce l'afflato di antidogmatica sacralità che il Battista pasoliniano de Il Vangelo Secondo Matteo instilla con In Verità Vi Dico, dal cupo incedere sabbathiano. Riff metallici che paiono provenire dalle cantine di Birmingham tornano pressanti e vorticosi nel caos grezzo della title track così come nell'oscillazione perpetua dell'opprimente Svegliati E Uccidi. Militante come i suoi esecutori, MORIRE PER LA PATRIA consolida, tra invettive mirate e filosofia politica, il ruolo della Fuzz Orchestra nel tessuto sociale attivo del Paese. "Un paese incantato sopravvive, dentro e fuori da noi. Per ritrovarlo dobbiamo essere pronti a sparare, sparare contro tutti i comandi, a cominciare dai nostri. Alzo a battuta zero e fuoco a volontà."
 

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