lunedì 3 dicembre 2012

VIVO E VEGETO Arcane of Souls
- autoproduzione - 2012

"Non sono che uno dei tanti che sa suonare un po' la chitarra. So scrivere un po'. Non credo di saper fare nulla particolarmente bene, ma credo che, in un certo senso, sia necessario che io sia esattamente così." A rileggere la genesi di questo VIVO E VEGETO, opera prima di Alfonso Surace, mastermind de il tORQUEMADA, più volte a fianco del terribile duo dei Sakee Sed nelle sue effervescenti scorribande dal vivo, le parole di un sempre misurato George Harrison, ancora fresco di scissione beatlesiana agli inizi del 1971, suonano rivelatrici di un approccio da self made m(usici)an che pure il chitarrista calabrese ha saputo realizzare quattro decadi più tardi in piena crisi esistenziale, concentrando nei quarantaquattro minuti del suo folk rock sincero e diretto, a tratti piacevolmente naïf, le gioie e le incertezze del quotidiano che la vita ha voluto riservargli. In odor d'Oriente e dai risvolti ampiamente psichedelici. Una folgorazione sulla strada della Bergamasca (attuale residenza di Surace) dunque, spinta dall'appagante necessità di bastare a sé e ai propri affetti. Summa di un percorso estremamente personale che prende forma nella prima metà del 2011, il programmatico VIVO E VEGETO si apre con i ritmi pastorali della cadenzata Pontiac, secondo singolo estratto dal lotto di dodici canzoni già annunciate a fine estate dal sentimento westernato di Domenica, Dimentica, e della speculare Chorus Chorus. Pochi e mirati gli ospiti che affiancano sul cd Alfonso Surace; alias Falcone Ussaro, alias Saul Carnos Feo, alias Rossano Fecula, alias Fauno Lacrosse. E tutti provenienti dalla cerchia di amici e affetti più intimi. In primis i figli stessi del titolare del progetto Arcane of Souls: Jacopo e Alice affiancano infatti il babbo nei cori di quello che è Un Treno Blu favoloso e magico, capace di liberare la fantasia dei più piccoli e disimpegnare pure i più grandicelli dagli improrogabili obblighi dettati dal quotidiano. Quegli stessi doveri che tornano pressanti nelle liriche di Col Sole In Faccia, esortazione a non mollare mai di fronte alle avversità e agli imprevisti della vita. La chiusura del lato A di quello che potrebbe tranquillamente essere un caldo vinile proveniente dagli archivi della Apple, tenuto fino ad oggi scientemente nascosto in attesa che i tempi potessero maturare per una pubblicazione ad effetto (non a caso il 12-12-2012), spetta a Bronson e agli interventi di sax di Mauro Mazzola, capaci di colorare con misura il dispiegamento di slide guitars. E Faremo L'Amore ripiega su sentieri bucolici, tra sentimentalismo hippie e buone intenzioni famigliari ora che passata è la tempesta. Io E Tu emana fin dal primo ascolto una inaspettata fragranza new age, come se l'eterea Enya sposasse la causa dei Beatles e del sergente Pepper; ricordi di una adolescenza perduta presto evocati dai violini di Francesca Arancio anche in Holtz, pochi minuti prima che l'insonne Ultimamente (i Lombroso featuring Dell'Era?) e la verdeniana Oh No! ci riconducano nell'incombenza del contingente. Ultime tenere delicatezze in Io E Lei. "Ero felice di aver ritrovato la serenità in famiglia - ricorda Surace - ma spesso stavo male, soffrivo del fatto che non potevo fare il musicista e il papà allo stesso tempo. Decisi così di autocurarmi riversando tutte le mie emozioni e l'empatia dei miei cari in ciò che mi aveva fatto quasi “perdere” la mia famiglia: la musica." Una scelta saggia; per guarire e continuare col Sogno.
 

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