venerdì 25 gennaio 2013

KILOMETRI
Amari
- Riotmaker - 2013

Questa volta abbiamo dovuto penare ben più del solito. Sono infatti quattro gli anni che separano il sottovalutato, ma intelligente e dinamico POWERI dal qui presente ritorno e approdo (definitivo?) alla forma canzone dei Tre Moderni Moschettieri del Carso. Cero, Pasta e Dariella scombinano una volta ancora le carte in tavola e realizzano il disco più tradizionalmente italiano della loro carriera. Lontane le pulsioni hip hop e le iconoclastiche pose rap degli esordi, assimilate, ma abbandonate le più recenti lezioni di inglese, rielaborate le soluzioni pop che da sempre a ben guardare sottendono al loro lavoro, gli Amari vanno ad approfondire il lato cantautorale della musica. Dariella in particolar modo, forte anche dell'esperienza accumulata come autore SIAE in questi ultimi anni, spinge in una direzione sonora fin qua solo accarezzata; forse canonica in altri ambienti, ma dagli esiti imprevedibili da queste parti vista l'alchimia mai smarrita con gli altrettanto imprescindibili Cero e Dariella. È dunque positivamente scioccante il ritorno nell'etere annunciato attraverso il singolo Il Tempo Più Importante. Non più sorprendente patchanka elettronica à-la Bolognina Revolution né roboante singolone mozzafiato come fu Le Gite Fuori Porta, ma delicata e matura canzone tout court dall'invidiabile equilibrio formale che non rinuncia tuttavia a escamotage valvolari per ribadire un certo patrimonio genetico irrinunciabile. Gli Amari avanzano sicuri, quasi in punta di piedi. Sparito il campo minato del Gran Master Mogol il viaggio prosegue sicuro nel solco della rassicurante tradizione pop, macinando quei Kilometri descritti nell'omonima canzone, malinconico trip hop ipnotico, scelta per dare pure il titolo all'album. La lezione della "new wave romana" di Tiromancino e Niccolò Fabi in Aspettare, Aspetterò, l'inaspettata vicinanza a un certo modo di scrittura proprio di Max Pezzali (il contagioso pensiero generazionale di Africa, la rivoluzione bubblegum di Ti Ci Voleva La Guerra, la già citata title track), le sonorità piane e lineari dosate con discrezionalità non sono mai in antitesi con i restanti episodi raccontati a partire dal colorato omaggio battistiano di Rubato fino all'agrodolce monologo sentimentale, contrappuntato dalla tromba di Michele Procelli, de Il Cuore Oltre La Siepe. In molti se ne saranno accorti e il buon Lorenzo Cherubini avrà sicuramente avuto modo di apprezzare una volta ancora l'operato degli Amari insieme a tutto il suo staff. Un unico, vero sguardo al passato lo percepiamo nella dissonante proposta de La Ballata Del Bicchiere Mezzo Vuoto; in parte per la metrica ritmata del testo, in parte per le basi prese in prestito dalla scatola dei giocattoli di Mondo Marcio. Ma quello era anche il tempo degli amori immaginati. Un'altra epoca insomma. Oggi la realtà è invece più concreta che mai. E nel mezzo si è completata una metamorfosi. Come si è arrivati A Questo Punto? La risposta è nel percorso intrapreso dalla band nei suoi quasi quindici anni di carriera; un cammino guidato dal lume della curiosità, con un raggio di azione capace di spaziare a 360° e la necessità costante di osare. Sperimentando, sbagliando, correggendo e alzando il tiro. Con criterio e metodo. In continuo e folle movimento.

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