lunedì 18 marzo 2013

FORMIGOLE
Toni Bruna
- Niegazowana - 2013
 
"C'è un filo rosso che unisce chi non si è mai conosciuto, che ci lega a qualcuno che forse incontreremo domani. C'è un filo rosso che guida e incrocia i nostri destini e ci porta ad amare a prima vista lo sconosciuto che è nella nostra vita da sempre". Così la scrittrice irlandese Josephine Hart nel suo romanzo di maggior successo Il Danno, bestseller internazionale di inizio anni '90 raccontato nella finzione cinematografica dall'indimenticabile cineasta francese Louis Malle in uno dei suoi ultimi lavori per il grande schermo. Riflessioni semplici e lineari che a ben vedere chi vive di Musica spesso si trova a realizzare in perfetta solitudine prima che, in un secondo tempo, vengano condivise da più parti. Il disco di Toni Bruna è uno dei tantissimi esempi concreti in tal senso. È la piccola pietra preziosa intagliata con cura e passione da mani esperte; la gemma rara recuperata e lavorata per la gioia del suo oculato possessore in una piccola bottega artigianale, lontano dagli occhi avidi prima ancora che indiscreti di chi non saprebbe come valorizzarla. FORMIGOLE è appunto quel filo rosso di cui sopra, capace dunque di unire e catturare l'interesse dei più attenti nel cui novero, da tempo, si è rivelato esserci quel chitarrista visionario che risponde al nome di Gionata Mirai il quale, non a caso, si troverà a dire a riguardo: "C'è  un  cantautore  triestino  molto  figo,  si  chiama Toni  Bruna...; a  lui  non frega niente di essere famoso, ma ha fatto un disco molto bello, uno dei pochi che ascolto attualmente senza premere “skip”." Già. Toni Bruna. Un nome in mezzo a tanti. Un nome comune che rivela però in soli 37 minuti una bellezza agrodolce unica, pura e incontaminata. Partendo dalle proprie radici, dalla propria terra, dalla sua storia e dalla sua lingua, qui rivoluzionario strumento unico di comunicazione. Ricordando con una chitarra carioca e alcuni inserti di tromba affidati a Massimo Tunin gli esuli istriani in esilio più o meno volontario del rione Baiamonti; avanzando con movenze sudamericane a piccoli passi tra i Pai De La Luce nel tentativo di sfuggire alla Nera Signora; narrando con indicibile leggerezza e forza descrittiva i miracoli pagani del Cristo De Geso, l'accidia mai passiva della Gente Che No Ghe Frega De Gnente e l'atmosfera accogliente e famigliare di Una Bela Casa, rifugio peccatorum e tomba della libertà insieme. Nell'emozionante e commovente folk-rock drakiano di Picar si pongono le basi per la successiva Sanantonio, smisurata preghiera animale densa di sofferente pathos caposseliano e tensione emotiva, costruita su un epico arpeggio ipnotico. Tesounasanta è arricchita dall'ennesimo fraseggio chitarristico mentre l'atmosfera campestre di Serbitoli sintetizza umori notturni e intime malinconie simili alle paure terrene della title track. Questo è il mondo di Toni Bruna. È i racconti contadini fra sacro e profano. È il Carso e la storia millenaria che lo accompagna. È le sue contraddizioni. È i bagliori della notte. È l'Enrosadira. Fotogrammi. Istantanee. Flash dai freddi colori pastello. Che colpiscono e abbagliano. Quasi accecano, talmente sono puri e incontaminati. Una primissima tiratura autoprodotta del cd venne resa disponibile anni fa solo nella zona di Trieste. Ora tocca all'Italia. Allargati gli orizzonti la vita e il passato scorrono inarrestabili. Legàti. Inscindibili. Incantevoli.
 

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