lunedì 25 marzo 2013

PNEUMOLOGIC
Ornaments
- Tannen Records - 2013

Prendi due chitarre dai The Death Of Anna Karina, rispolvera il basso di Enrico Baraldi e adagia il tutto sulle pelli percosse da Riccardo Brighenti. Inspira ed espira. Lentamente. Ascolta il sangue fluire nelle vene. Respira e presta attenzione al tuo corpo. Un intenso calore lo pervaderà tutto mentre il cuore continuerà a pulsare con costanza diffondendolo capillarmente senza sosta attraverso ogni centimetro della tua pelle. In un abbraccio carico di suggestioni quasi esoteriche gli Ornaments sviluppano in musica la nozione del pneuma, "un soffio caldo che spira dalle esalazioni del sangue", per alcuni principio di tutte le cose e fonte di vita. Assecondando la tradizione, "dal cuore la corrente pneumatica si diffonderebbe nel corpo attraverso un sistema circolatorio simile a quello formato dalle arterie e dalle vene in cui scorre il sangue e, come tale, soggetto ad influssi di caldo e freddo". Diverse tuttavia sono le sue derive ontologiche maturate nei secoli; PNEUMOLOGIC è qui da intendersi dunque come una suite articolata in sette capitoli, prevalentemente strumentali, lungo cui le teorie legate al pneuma vengono via via analizzate, ora con cupi bagliori doom ora con più ancestrali ritmiche tribali. Sempre senza mai scadere nel pericoloso baratro della prevedibilità esecutiva. Pulse, Breath, Aer sono il primo trittico entro cui il post-rock del quartetto bassopadano si muove con disinvoltura svincolandosi a tratti dai facili cliché del genere; a ruota, Galeno, Pneuma e Spirit ribadiscono la bontà dell'opera, la prima per Davide Gherardi e soci in quanto a minutaggio dopo la promettente manciata fatta di demo ed ep, che si completa con l'estenuante tour de force proposto in compagnia dell'artista romano Tommaso Garavini con L'Ora Del Corpo Spaccato, sofferente quadro di boschiana memoria in attesa di redenzione. Non è certo un album di facile assimilazione questo PNEUMOLOGIC e sicuramente la tematica affrontata non aiuta per immediatezza o fruibilità; eppure gli ascolti ripetuti e una certa predisposizione d'animo colmano se non altro le distanze con la complessità e la densità di suoni (qua e là compaiono infatti anche synth, violoncelli e seghe armoniche) ed arrangiamenti di cui questo lavoro si fa portatore, scavando dentro noi un  percorso nuovo, di riscoperta. Nota di merito per il ricco artwork a cura di Luca Zampriolo che in collaborazione con Giampiero Quaini è stato capace di cogliere l'essenza nera di questa anima pulsante, concettualmente definita; ulteriore moto vivifico e vivificante che penetra nel nostro cuore fino a raggiungere capillarmente lo spirito.

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