sabato 6 aprile 2013

BERSERK!

BERSERK!
Berserk!
- RareNoiseRecords - 2013
 
Sono spiriti ampiamente inquieti quelli manifestatisi attraverso le note prodotte dalle musiche d'avanguardia composte e realizzate da FEL, a.k.a. Lorenzo Feliciati, una militanza importante nei primi, rivoluzionari, Tiromancino e in seguito guru del basso fretless, e LEF, al secolo Lorenzo Esposito Fornasari, musicista, produttore, agitatore sonoro in uscita quasi contemporaneamente a questo BERSERK! con SAGA, IL CANTO DEI CANTI, l'opera equestre scritta e cantata da Giovanni Lindo Ferretti, divenuta poi parte integrante della colonna sonora del film Fedele Alla Linea diretto da Germano Mazzoni. Sono demoni evocati e ben presto assoldati dal duo emiliano-capitolino per generare spazi e ambienti mistici, atemporali, privi di ogni caducità terrena, ricchi di sentori e sfumature trascendentali che pescano a piene mani tanto nel free jazz quanto nel rock sperimentale. Una miscela alchemico-matematica, dunque niente affatto immediata, densa, che è tuttavia moderno rituale ancestrale condotto da un collettivo apparentemente aperto nel numero delle collaborazioni, ma in realtà rigidamente soggetto agli schemi della sua stessa sperimentazione. C'è un'aura di sacralità pagana nel lento incedere lamentoso scandito dal drumming di Simone Cavina, fratello del forse più noto Luca, che sviluppa Macabre Dance mentre il trombone di Gianluca Petrella va a contrappuntare la voce cavernosa di Mr.LEF prima che il reticolato pianistico intessuto da Jamie Saft, già collaboratore di lungo corso di John Zorn, diventi parte strutturale della successiva, e diversamente gemella, Fetal Claustrophobia. La massiccia elettronica di Not Dead, preceduta dal contrabbasso di Feliciati che anima Blow, incanala l'altrimenti rarefatto trip hop progressivo di dantesca inquietudine lungo i binari di un ambient inquisitorio, carico di luciferina desolazione e disperata solitudine, andando a spalancare un vorticoso baratro sull'orrore. Un clima meno esasperato, eppure ugualmente oppressivo, si respira in First, spettrale raduno di anime elette in cui per la prima volta compaiono la batteria del crimsoniano Pat Mastellotto e il pianoforte del jazzista Fabrizio Puglisi, protagonisti a tutto tondo della speculare Wait Until Dark, decadente heavy song marchiata da un gelido sigillo gotico. Con Latent Prints gli scampoli controllati di cacofonia iniziale non sono mai motivo di frattura, anzi cedono lentamente il passo alla misura ordinata che si fa fusione di stili ed espressioni per mano del norvegese Eivind Aarset. C'è spazio anche per episodi a loro modo più personali. I sogni di Fornasari, coadiuvato dai soli Petrella e Aarset, vengono tracciati in Dream Made Of Wind e Dream Made Of Water; Feliciati si fa chiaroveggente nella strumentale Clairvoyance, occasione per il trombone di Petrella di incrociare la batteria percossa qui da Cristiano Calcagnile, per una emancipazione programmatica, fatta di idee e ipotesi tramutatesi concreticamente in avanguardia universale per mezzo degli arditi interpreti delle sette note alla base del progetto Berserk!. Un orizzonte logico, complesso e affascinante.
 
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