giovedì 2 maggio 2013

CECI N'EST PAS UN EP

CECI N'EST PAS UN EP
Sakee Sed
- Appropolipo Records - 2013

Cd. Ep. Cd. Ep. Realizzato e distribuito sempre con buoni risultati numerici quello che una volta veniva definito long playing, ecco che come di consueto è già ora per i Sakee Sed di mandare in stampa il (mini) lavoro successivo. Quasi una catena di montaggio artistico perfetta e sicuramente ben oliata. Per battere il ferro finché è caldo, ma soprattutto per concretizzare una esigenza compositiva urgente e, al momento, inesausta. Tra le giovani formazioni più creative degli ultimi anni non si fa fatica a citare il duo bergamasco dei Sakee Sed quali paladini di un garage rock nudo e crudo, scevro da compiacimenti e sotterfugi elettronici, lontano dalle mode hip hop del momento e con il cuore ballerino capace di trarre continua linfa vitale dalle radici del blues. Un po' White Stripes; un po' Tom Waits con una attitudine à-la Melvins, per un riuscito intreccio di sonorità spigolose e oblique, ma non per questo necessariamente grezze o prive di melodia. Quasi una factory sui generis, capace di mutare pelle tanto nei lavori in studio quanto nei live grazie al continuo innesto di ospiti cercati tra persone care ed amici, Marco Ghezzi e Gianluca Perucchini dopo il buon A PIEDI NUBI procedono spediti, proponendo nel nuovissimo vinile CECI N'EST PAS UN EP (grazie René) cinque pezzi registrati e mixati tra gennaio e marzo dell'anno in corso uniti ad un sesto episodio datato 2012, posto in apertura del lato A e con un inconsapevole debito nei riguardi dei Nomadi di metà anni '70. Boccaleone con il suo perentorio wurlitzer a garantire una costante progressione sonora, uploada infatti la lezione di Augusto Daolio e soci tenuta con GORDON, misconosciuto album psichedelico del combo emiliano, fregiandosi di un assolo ad opera di Guido Leidi che ne irrobustisce sound e ragione sociale. Heartbreakers. Alla lisergicità di questo episodio fa seguito la diatriba chitarristica de Il Mio Altereggae che, poggiando sulla sempre tonante batteria del barbuto Perucchini, trova modo di innestare fiati e vibrafono al calor bianco. Una passione antica per suoni robusti e saturi mutuati dal grunge emerge in tutta la sua distorta potenza sonora nel Metal Zoo gestito in società con Jonathan Locatelli mentre il divertissement da saloon di Jimmy È Perso Nel Delirio, dal vago sapore Verdena, fa da ponte ideale fra l'Olderifa Express e gli Strappi Bianchi posti in chiusura, parabola blues ripiegata su sé stessa con interessante coda strumentale. Neanche 20 minuti di musica per un lavoro rivelatore solo in parte di ciò che il futuro in casa Sakee Sed riserverà a loro e a noi. Forse manca il brano di punta, il guizzo vincente, quello capace di catalizzare l'attenzione come a suo tempo fece invece Bacco nel precedente ep omonimo; prevale piuttosto un senso di compattezza che è il nuovo punto di forza dei nostri, capaci di colpire come la folgore con la rapidità di un temporale estivo.
 
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