mercoledì 26 giugno 2013

IL MAGNETOFONO

IL MAGNETOFONO
Il Magnetofono
- Il Magnetofono Records - 2013

Trio vicentino capace di coniugare la canzone d'autore italiana con la ricerca sonora Il Magnetofono è il tentativo di dare un respiro nuovo, attuale, aperto e contemporaneo, a costruzioni sonore formali, classicheggianti e apparentemente definitive, con alte ispirazioni postavanguardiste capaci di scardinare le sicurezze di un universo troppo spesso dato per concluso e non rinnovabile. "Questo disco vuole riportare e rivalutare al pubblico l'importanza della musica d'autore italiana e la magia della registrazione dal vivo senza l'ausilio di massicci processamenti o impieghi digitali in post produzione, non tralasciando quindi modalità, ambiente, musicisti ed esecutori di suoni concreti" - parola di Alan Bedin, declamatore ufficiale e funambolico ammaestratore di parole che di studi e lezioni passate ha fatto tesoro per poi sconvolgere, attraverso una visione obliquamente quadrata della realtà, la quieta tranquillità di Emmanuele Gardin e Marco Penzo, suoi ottimi compagni di viaggio. Mai didascalico né accademico Il Magnetofono trova una dimensione propria all'interno del panorama musicale europeo, una via rischiosa perché priva di formule date, ma proprio per questo entusiasmante e formidabile, in uno slancio consapevole che restituisce piena dignità alla Musica, ai suoi esecutori e agli ascoltatori. È il Novecento rivissuto nella contemporaneità delle fredde luci al neon e delle macchine digitali che tentano, algide, di prendere il sopravvento sulla realtà, ma che qui vengono ostacolate da quelle meccaniche, così imperfette eppure così calde e sincere. Che bello ascoltare la magia amorosa di Finezze con quel pianoforte vivo su cui la voce, struggente, si confida e mette in sequenza fotogrammi di una vita a due incompleta e irreparabilmente abbandonata al proprio destino. E che sorpresa riscoprire nell'adattamento di Bedin il testo che Tenco scrisse per Dalla nel 1968 per Mondo Di Uomini, a sua volta omaggio a James Brown e ora di nuovo certezza di vibranti sensazioni passionali anche grazie alla tromba di Gianluca Carollo. C'è una voglia matta di sperimentare, ma anche di divertirsi: si veda l'intervento di Freak Antoni ne La Dichiarazione Del Mago, posto subito a ruota della stentorea La Merenda Del Mago, oppure quello del giornalista Renato Marengo per il noir cronachistico a passo di free jazz da cui scaturisce la confidenziale Giovane Mariù. E... Non Ho Finito! Dopo il reading, al solito teatrale e ben recito, di Pierpaolo Capovilla c'è il rumore, quello d'ambiente, quello legato alla quotidianità (il racconto epifanico de La Ballata Di Nostro Signore non potrebbe prescindere dall'altoparlante della Stazione di Altavilla-Tavernelle), usato come strumento vero e proprio non solo per riempire un vuoto, ma per circostanziare concretamente l'essenza delle proprie visioni musicali. La maschia Tip Tap! è l'esempio più evidente in tal senso, con una ballerina dell'omonima danza che imperversa in carne, ossa e claquettes mentre Vincenzo Vasi ne caratterizza a suon di theremin le evoluzioni. Conte, Nobraino e Capossela sono spiriti affini, ma i ragazzi di Vicenza non entrano in competizione con nessuno di loro; un po' pazzi, eppure molto maturi, approfondiscono le possibilità dei loro strumenti e osano, gettando ogni ragionevole soluzione di comodo oltre l'ostacolo. Del resto "(...) nulla per loro è davvero impossibile perchè cavalcano tutto lo scibile / Infinite sono le loro possibilità e trascendono le miserie di questa realtà." ...Bravò!
 

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