giovedì 22 agosto 2013

IL PRE-FAGIOLISMO

IL PRE-FAGIOLISMO
Marrone Quando Fugge
- Volume! Records - 2013

Per tutti coloro i quali buttando distrattamente un occhio sulla copertina del cd di Massimo Lepre (a.k.a. Marrone Quando Fugge) credessero di avere a che fare con un lavoro caratterizzato da forsennati ritmi in levare e ispirati battiti percussivi con la mente rivolta ad incensati lidi giamaicani, IL PRE-FAGIOLISMO si rivelerà essere invece una inattesa quanto splendida sorpresa cantautorale. Prodotto dallo stesso Lepre e dal talentuoso Zibba, balzato agli onori della cronaca musicale con i suoi Almalibre per l'ottimo riscontro avuto dai loro ultimi lavori in studio (COME IL SUONO DEI PASSI SULLA NEVE vince ad esempio la prestigiosa Targa Tenco in qualità di miglior album del 2012) e per i trascinanti live act, l'esordio del cantautore astigiano, affiancato costantemente dagli imprescindibili Musicisti Marroni Sauro Ferrari, Simone Fratini e Alberto Silengo, è ben più quadrato e regolare di quanto il bizzarro titolo e il nome d'arte scelti per promuoversi potrebbero far pensare. Si comincia con l'analisi realistica, eppure in fin dei conti estremamente poetica, di Miseria Stabile, Ricchezza Mobile, contrappuntata da un malinconico pianoforte ed impreziosita sul finale dall'inatteso monologo tratto dal componimento metafisico Allora non è Amore di Emilio Locurcio, folle genio che in molti ricorderanno qualche decennio fa per l'irrealistica opera prog rock L'ELIOGABALO, recitato da Anna Rasero. Ci si avvicina rapidamente alle atmosfere del Fossati più cantautorale con Cenere E Whiskey, e lo si omaggia una volta ancora attraverso le disobbedienti riflessioni della title track in cui l'amico Zibba fa capolino con la sua voce profonda interpretando la poesia di Out of The System. Fin da questi primi episodi appare presto chiaro che il pre-fagiolismo di cui Lepre parla si materializzi in uno stile di vita vero e proprio, in cui la riscoperta delle piccole cose e l'attenzione verso tutti quei valori troppo spesso accantonati in nome di un effimero successo sociale sono la più concreta fonte di felicità; una sorta di Λάθε βιώσας di epicurea fama, rivisto e rivisitato dopo due millenni, quando crisi e particolarismi continui hanno minato alla base il tanto agognato villaggio globale. Ha l'indolenza vivace e la brillante verve interpretativa care a Vinicio Capossela il racconto che Marrone Quando Fugge fa di Modestino "Lu Spaccuone", storia di un nonno sui generis, così come la scattante Questione Di Loquacità detta nuovi, incalzanti ritmi che piacerebbero a Paolo Conte. Certo, non ci sono i miti e l'esotismo del noto avvocato piemontese nel cantautorato macchiato giusto un poco di elettronica de Un Principio Di Alzheimer, ma c'è comunque il funk soul di Fango a suscitare, in compagnia della talentuosa Sabrina Turri, spunti di riflessione e fremiti di emotività ugualmente difficili da spiegare a parole. Meno Di Te con la sua cadenza zingara diventa presto occasione di ribalta funzionale al birignao linguistico dello storico Laboratorio polifonico Musica Dulce di Asti; La Discarica Di Anime è forse meno fantasiosa eppure risulta essere finemente cesellata dagli interventi di chitarra e pianoforte a tal punto da fornire il perfetto connubio musicale per una canzone intrisa "di consapevolezza verso tutto ciò che si butta con troppa facilità". Tutto questo è Marrone Quando Fugge. Il colore della terra e delle radici, un inno alla povertà e alla memoria; il legame indissolubile con le proprie origini anche quando si è lontani da casa, sperimentatori di quel mondo esterno che sarà parte sostanziale della nostra storia.
 

mercoledì 21 agosto 2013

SAGA, IL CANTO DEI CANTI. OPERA EQUESTRE

SAGA, IL CANTO DEI CANTI. OPERA EQUESTRE
Giovanni Lindo Ferretti
- NoMusic - 2013

È l'Appennino, ma potrebbe essere altrove, se non fosse per quella voce così unica, inconfondibile e famigliare che ha attraversato transumante, ma sempre legata alle proprie radici, ben quattro decenni e che ora va caratterizzando pure il "teatro barbarico montano" portato in scena da SAGA, IL CANTO DEI CANTI. Con questo nuovo, articolato lavoro il percorso di Giovanni Lindo Ferretti giunge per certi versi a un compimento. Dopo l'iconoclasta forza punk filosovietica dei CCCP-Fedeli alla Linea, conquistate le sublimi vette artistiche del Consorzio Suonatori Indipendenti, chiusa una sfaccettata, ma instabile esperienza Per Grazia Ricevuta, al termine di quel ritorno a casa mai realmente programmato, ma del tutto naturale e necessario, il cantore di Cerreto Alpi torna in sala di incisione per dare voce e corpo a una propria visione di una sera d'autunno. Nasce e si concretizza dunque in questo modo un sogno che è progetto folle e senza tempo, divenuto presto spettacolo e, in ultimo, ambizioso disco dai contenuti forti e assolutamente umani, legati alla terra. Quanto sono lontani i tempi del codificato e sofferto esordio solista di inizio millennio? Non così tanto quanto si potrebbe pensare, a dir il vero; certo è che l'elettronica di Eraldo Bernocchi, qui filtrata, rivista e corretta anche in funzione delle successive esperienze del Nostro in compagnia di Ambrogio Sparagna e di Giorgio Barberio Corsetti, ha ora un nuovo deus ex machina che risponde al nome di Lorenzo Esposito Fornasari. Elemento di spicco dell'Avanguardia sonora e collaboratore dello stesso Bernocchi in più di una occasione, LEF dopo gli interventi vocali in LITANIA mette ora in musica il libretto d'opera nato dalle parole di Ferretti realizzando un variegato trattato musicale che fa da contraltare all'apparente complessità di un personaggio come Giovanni. Cinematografico e trionfalistico (Uomini Cavalli E Montagne), maestoso e popolare (Maritima Loca), il racconto fissato nei sessanta minuti rilasciati per la NoMusic vive della potenza animale sprigionata dalla Natura e dall'Uomo ritratto in libera simbiosi con il Cavallo, protagonista e prima causa dell'opera. L'apertura di Pons Tremolans è da brividi: discesa direttamente dalle ultime notizie di cronaca di qualche anno fa, è trait d'union per la disciplina metodica, regolare e appassionata de Il Primo Cavaliere. Il Lavoro Dei Giorni è una fotografia dell'Italia contadina e montana pre e post bellica, quella dei cinegiornali Luce, omaggiata ancora in Canto Da Bivacco e così viva nelle note della meravigliosa Evoluzione. Il rock per sola chitarra di Ombra Brada è storia d'Italia attraverso un intenso ritratto del Maremmano, cavallo meticcio usato nei secoli dai butteri; Divampa mantra elettronico per tromba e violino. Torna pure Maciste All'Inferno, in una rilettura cadenzata e processionale, poi la quiete ombrosa e classicheggiante de L'Anno Che Viene raccoglie attorno al fuoco i pensieri degli uomini di montagna. È tempo per un ultimo, solitario, Canto Eroico. Nelle cavità più nascoste e recondite del cuore la nostra coscienza può ora infatti riposare tranquilla e appagata, "nel richiamo ad una Viva Presenza tra polvere e sudore nella luce del tramonto". E così sia.

mercoledì 7 agosto 2013

LOST FOR ROCK 'N' ROLL

LOST FOR ROCK 'N' ROLL
Luca Milani
- Hellm Records / Martiné Records - 2013

Luca è sempre in viaggio. Sotto quel cappello portato a mo' di vezzo con disinvoltura e spontaneità ha tanti sogni da realizzare e molte storie da narrare; è metodico e ha una passione che lo accompagna fin da bambino. Il Rock è invece una chitarra, un amplificatore e un'armonica. Capita che due così prima o poi si incontrino e sia amore a prima vista: tra i solchi di un disco o su un qualche palco di periferia poco importa. Ciò che conta è l'alchimia, sincera e genuina, venutasi a creare tra le parti. Dopo gli esordi in odor di (post) grunge col trio dei File e una gavetta fatta di numerosi concerti e faticose prove, Milani giunge così al terzo lavoro solista; dopo la magia folk rock del precedente SIN TRAIN, sulla strada del Nebraska tracciata dal mito Springsteen nei giorni di mietitura indicati dal mentore Neil Young, è il momento di imbracciare nuovamente la fedele Telecaster per compiere un nuovo passo avanti e sprigionare quelle crepitanti rasoiate elettriche a cui l'esperto musicista lombardo ci aveva abituato in gioventù. In compagnia di una band con gli attributi, che rispolvera la batteria di Luca Capasso e coadiuvata una volta ancora dall'ottimo Giovanni Calella al basso, Milani fa tesoro delle esperienze artistiche maturate in questi anni proponendo una summa esauriente di quanto compiuto fin qua. Il nuovo journey parte per la verità ragionato e sospeso, con le malinconiche riflessioni di On A Saturday Night sottolineate dall'hammond di Riccardo Maccabruni, prima di accelerare con il convincente singolo Silence Of This Town che è perfetto connubio tra l'amato Tom Petty e il Boss d'annata nonché fiera incitazione a non arrendersi neanche quando davanti ai nostri occhi affioreranno memorie di un passato ormai troppo lontano per poter tornare. Posseduti da demoni che ci scavano nel profondo (Demons Inside) tentiamo una fuga solitaria (In The Wind) come anime perse avvezze a fuggire il grande Nulla che avanza inesorabile alle nostre spalle (Lost For Rock'n'Roll). Il duello rusticano per un Party Dress pieno di ricordi non sfigurerebbe sui lavori più ispirati dei Counting Crows mentre il riff introduttivo di Second Chance piazza un divertito omaggio ai mai dimenticati Ugly Kid Joe prima di rincorrere alla luce del tramonto le lande polverose e stradaiole tanto care anche ad uno street rocker come Izzy Stradlin'. Del resto Dust And Wind sono le uniche cose rimaste accanto al ricordo di Evelyn, esoterica presenza femminile evocata con infinito amore e rimpianto. Un ultimo sguardo alla propria casa, ai propri affetti e al proprio luogo natio ed è già tempo di rispondere ad una ultima chiamata, quella definitiva, nel toccante finale affidato alla cinematografica Bar At The End Of The World mentre scorrono i titoli di coda su questo viaggio lungo i grandi pascoli terreni in attesa di una redenzione che forse verrà. In questa rincorsa al domani Luca Milani è il fuorilegge che tutti vorrebbero accanto; un sognatore che sa come va la vita.

lunedì 5 agosto 2013

AMORTE

AMORTE
IlVocifero
- Niegazowana - 2013

Chi in questi anni di "liquidità spiccia", soprattutto in campo musicale, ha avuto il buon gusto di farsi un regalo mai banale e duraturo attraverso l'acquisto di un vinile o un cd per tastare il polso della discografia italiana, avrà senz'altro segnato in agenda il nome di Walter Somà, artista torinese trapiantato in Lombardia, co-autore dei due  album solisti dell'imprevedibile araba fenice di nome Edda e ora alla guida de IlVocifero, progetto a 360 gradi capace tanto di coprire più spettri sonori quanto di svelare nuovi orizzonti cantautorali, compositi ed urgentemente espressivi. Un misto di poesia e raffinata ferocia comunicativa, un pasto crudo per palati fini, elaborato eppure triviale e folle; il corrispettivo in musica del Saturno che divora i figli del Goya. E come quel capolavoro esposto al Prado di Madrid è capace di evocare nella tragedia del soggetto trattato tutta la sua carica oscura e drammatica così AMORTE compie una sintesi temporale fra benedizione e condanna, riproducendo le sfaccettate tensioni dell'animo umano irrequieto e sofferente. È tuttavia l'antico amico Aldo Romano il fulcro del progetto, il nome nuovo da mandare a memoria e nuovo schermo per Somà e i suoi scritti, funzionale e provocatorio interprete arrivato dalla strada ad innalzare i nuovi canti. A condividere la produzione artistica ecco poi Fabio Capalbo, regista di videoclip, fondatore dell'etichetta Niegazowana e batterista da sempre coinvolto nelle trame sonore de IlVocifero, primo musicista inter pares, solido e quadrato. Accanto a questo trio nato più per affinità elettive che esigenze pratiche si muovono nomi provenienti dalle più disparate esperienze musicali, legati al nucleo primigenio del progetto una volta ancora da amicizia prima che da logiche commerciali: dal teatrante degli orrori Gionata Mirai al misconosciuto Ensemble Vinaccia di Vigevano, da Dorina Leka (splendida voce internazionale sui tempi dispari della brillante Lucyd) al già menzionato Stefano Rampoldi (crooner punk nel jazz verticale di Non Nel Tempo Né Nel Modo), tutti aggiungono il proprio decisivo tassello creativo al puzzle musicale imbastito dalla premiata ditta Somà-Romano, contribuendo ad arricchire la scrittura altrimenti spontanea delle canzoni. Quel che riesce a fare Carlo Sandrini con le sue partiture per archi e fiati è ad esempio altra freccia all'arco de IlVelocifero per quel che, a conti fatti, pare un concept album che concept album non è. Difficile così citare un brano senza far torto al lavoro di insieme: Scagliati, Persona Plurale, Blu E Amo, Nastro Solare, Alito, Andrò Via, tutto ruota attorna a quell'imprevedibilità complicata che la vita riserva ad ognuno di noi e che un manipolo di novelli argonauti ha voluto sviscerare distribuendo in giusta misura luce e ombra. Opera essenziale e compiuta, l'ennesimo nuovo esordio di Somà ci rivela un dato di fatto: alzando l'asticella dell'ingegno i risultati sono sempre i più apprezzabili e duraturi, capaci di vincere anche quel tempo fagocitante ogni cosa che Goya già eternò nel suo Saturno. Per Escogitare Un Dramma Fantastico queste sono le basi.
 
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