giovedì 9 gennaio 2014

L'ORDINE NATURALE DELLE COSE

L'ORDINE NATURALE DELLE COSE - EP
L'Ordine Naturale Delle Cose
- Hot Studio Records - 2014

Hanno un asso nella manica i promettenti custodi de L'Ordine Naturale Delle Cose: la viola di Enrico Cossu. Il lungocrinito musicista di chiare origini sarde si rivela essere infatti l'elemento che meglio è in grado di caratterizzare la proposta del quintetto parmigiano cresciuto a pane, grunge e alt rock e intercettato nei mesi passati dalle antenne ricettive di Omid Jazi quando ancora si esibiva nei locali della Bassa sotto altro moniker. Nati infatti come The Strange Situation nell'inverno del 2011 su spinta dell'allora vocalist Daniele Urbano, dopo aver pubblicato in sestetto un cd d'esordio non troppo fortunato in termini di esposizione mediatica, ma ugualmente curato e propositivo (l'autoproduzione "col cuore in mano" di DENTRO), in seguito all'allontanamento dello stesso Urbano e con il passaggio alla voce di Stefano Cavirani nella primavera del 2013, fino a quel momento chitarrista principale della band, i futuri L'Ordine Naturale Delle Cose avrebbero optato appunto per un nuovo nome e una nuova ragione sociale pur di non disperdere quanto di buono realizzato fino ad allora. Con un gruppo quindi già rodato e affiatato anche in sede live si tratta ora di tastarne comunque l'amalgama sui nuovi pezzi e verificare la tenuta del nuovo frontman il quale, non rinunciando alla sua sei corde, si trova ad essere in ogni caso supportato da altri due chitarristi, Gioacchino Garofalo e Mattia Amoroso, capaci alla bisogna di switchare rapidamente al basso incrementando così le possibilità di ulteriori sequenze narrative per un sound che nelle intenzioni del quintetto vuole mantenersi aperto e in continua evoluzione. I quattro brani raccolti in questo primo ep sono in ultima analisi però ancora interlocutori. Sicuramente, pur mantenendo una melodia di fondo mutuata dalla precedente esperienza discografica, è cresciuta in maniera esponenziale la potenza di watt prodotta e scalpitante è l'urgenza di comunicare. A lasciare il segno è, come si diceva in apertura, la "diabolica" viola di Cossu la quale si ritaglia un piacevolissimo assolo che porta a conclusione l'opener Questa, regge le sorti della retrospettiva, ma poco convincente La Volta Buona, orchestra Opaca, la migliore del lotto con la sua coda strumentale che è vetrina per tutti i musicisti, e cresce lentamente nella sospensione di In Punta Di Piedi, un non finito molto kuntzianamente derivativo nella sua alternanza fra la quiete e l'irruenza di cui strofe e ritornello sono intrisi, ma forse anche l'episodio più indicativo di un passato non ancora completamente lasciato alle spalle. Jazi interviene discretamente nella registrazione, inserendosi in punta di piedi con le sue tastiere in due brani, senza interferire troppo nella struttura delle canzoni. Non resta che attendere le future mosse de L'Ordine. Se tutto andrà come deve andare il (nuovo) esordio del gruppo su lunga distanza colmerà le lacune e metterà a fuoco i pregi del combo emiliano; diversamente nuove soluzioni per i suoi componenti si prospetteranno all'orizzonte. Questioni di tempo e di tenacia. È la legge della vita. La risposta definitiva è solo rimandata.

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