mercoledì 23 luglio 2014

BSB3

BSB3
Bud Spencer Blues Explosion
- 42 Records - 2014

Il micidiale uno-due assestato con lo scattante singolo Duel, poderoso hard blues elettrico della miglior fattura, e la vorticosa Mama, dilatata e nervosa sarabanda di riffoni muscolari, annunciano alla grande il graffiante ritorno in sala di incisione dei Bud Spencer Blues Explosion. Dopo circa tre anni di silenzio dal precedente album in studio DO IT, ma pur sempre a soli ventiquattro mesi di distanza dal prezioso dvd DO IT YOURSELF - NEL GIORNO DEL SIGNORE che dei BSBE rivelava il lato più acustico sviscerato di lì a poco da Adriano Viterbini nel suo acclamato album solista GOLD FOIL, il duo romano che tanto piace a pubblico e critica sembra aver fatto centro una volta ancora. Offrendo in pasto una formidabile sequenza di camaleontiche rock songs, monumentali e dinamiche insieme, i Bud Spencer hanno saputo presto ritagliarsi uno spazio sempre maggiore all'interno del panorama rock italiano grazie soprattutto a indiavolati live set infuocati e alle indubbie doti tecniche dei musicisti coinvolti. Ora però, forse per la prima volta nella loro carriera, ci troviamo di fronte ad un album più ragionato rispetto al passato recente, strutturato in maniera tale da non lasciar nulla al caso anche e soprattutto in vista della sua trasposizione on stage. Attenzione, non stiamo affermando di esserci ritrovati tra le mani un lavoro studiato a tavolino per ingraziarsi chissà quali nuove fette di pubblico o di addetti ai lavori. Semplicemente in BSB3 si respira un'aura sempre intrisa di zolfo, ma meno lasciata al caso e all'improvvisazione, novità estrema per una band, anzi un duo che vive di queste variabili, capace dunque di esprimere una metodologia lavorativa diversa, più consapevole e matura. Evidentemente una buona parte di merito è giusto tributarla a Giacomo Fiorenza, collaboratore di lungo corso del miglior Moltheni nonché fondatore con Emiliano Colasanti dell'etichetta discografica 42 Records per la quale il nuovo album è stato inciso; tuttavia non ci sarebbe potuto essere un confronto costruttivo e produttivo tra le parti se sull'altro versante della "barricata" l'alchimia fra il già citato Viterbini e il sodale Cesare Petulicchio non avesse trovato il giusto punto di incontro. Così, accanto alle classiche, potenti rasoiate di rock blues inferte con proverbiale precisione chirurgica, emergono dal controllato caos sonoro atmosfere inedite come il morriconiano crocicchio musicale che guarda all'Africa e sviluppato in Camion; oppure registri più rilassati, ma non meno coinvolgenti come invece attestato dalla malinconica Troppo Tardi. E scalpitano, al solito urgenti e dinamiche, le trascinanti scorribande impregnate di epicità, talmente potenti da far impallidire non solo i Black Keys, a cui i BSBE forse un po' troppo spesso vengono superficialmente paragonati, ma anche l'irrequieto Andrew Stockdale che attraverso una manciata di album con i suoi Wolfmother ha saputo riaccendere i riflettori su un suono sporco e verace mutuato dai primi Led Zeppelin. I quali sono inglobati nell'articolata No Soul insieme a Black Sabbath e Hendrix esattamente come accade in Hey Man, ma questa volta con i Nirvana che incontrano i Verdena che incappano neanche troppo accidentalmente nei Rolling Stones a loro volta a spasso con i Negrita (Miracoli). La musica insomma si insinua vorticosa nell'aria e regala anche a questo nuovo capitolo discografico della band capitolina ardite sintesi che ne riaffermano il valore e la sostanziale maturità. L'ennesimo capitolo compiuto di una storia sempre più avvincente e sudata, nata sui palchi di periferia un po' per scherzo, ma capace di evolversi anno dopo anno in una miscela personale unica e riconoscibile, sviluppatasi tra il miraggio del sogno americano e la concretezza della fatica quotidiana. Cercami qui, vicino alle cose semplici mi troverai.

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