lunedì 29 dicembre 2014

GEOGRAFIA DI UN CORPO

GEOGRAFIA DI UN CORPO
Santo Barbaro
- diNotte Records - 2014
 
Capita che raggiunto l'apice ci si voglia ritirare. È una costante di tutti quegli sportivi, consapevoli e lungimiranti, che prima di imboccare il viale del tramonto preferiscono chiaramente godersi una volta ancora un ultimo trionfo e l'applauso del pubblico. Appagati, di loro non si sentirà poi più parlare per il resto delle nostre vite. Ma un apice non necessariamente è sempre sinonimo di celebrazioni e positività. A volte è molto più drasticamente la misura colma che ci sfianca e sfinisce; il punto oltre cui pazienza e lucidità ci obbligano a fare marcia indietro, fare il punto della situazione e decidere di percorrere altre strade. Accade però che la necessità di tornare sopravviva in noi a lungo, sia più forte delle nostre antiche convinzioni e bussi con forza a quella porta chiusa frettolosamente per riportarci sui nostri stessi passi. Nel caso dei Santo Barbaro succede che siano le canzoni ad aver premuto urgentemente dentro l'animo del fondatore del progetto Pieralberto Valli, ed è accaduto che lo sventurato non abbia saputo opporre resistenza. Buon per noi! Concepiti come quartetto, rinati in trio, reinventatesi come duo, i Santo Barbaro sono ora un vero e proprio ensemble polimorfo, fucina allargata di musicanti romagnoli provenienti dalle più svariate estrazioni musicali che ruotano in maniera multidirezionale attorno allo stesso Valli, cardine e motore mobile fin dalle origini, in compagnia di quell' agitatore musicale, nonché alter ego musicale, che risponde al nome di Franco Naddei. Il nuovo GEOGRAFIA DI UN CORPO, uscito a distanza di soli due anni dall'impegnativo NAVI, originariamente pensato come capitolo conclusivo del progetto, si rivela essere così un lavoro di insieme che nella rifrazione di ogni singolo elemento sonoro suonato, nella peculiarità di ogni parola scelta, nell'importanza di ogni minimo particolare fissato su nastro restituisce una densa amalgama incisiva su cui si riflette la totale libertà espressiva concessa ai musicisti. Inutile fare paragoni con il passato: la cesura netta che il nuovo lavoro impone lo colloca di diritto nel presente, come nuovo inizio tutto da scoprire. Con una prosa fratta e frammentaria, per sua natura ricca di rimandi letterari ed iconici, non viene a mancare la poeticità dell'attimo; esemplare la composizione della lunare Ti Cammino Dentro in cui è evidente come la penna arrivi sempre prima del microfono. Spontaneamente. Generosa, ma mai ingenua. Difficile trovare poi una linea guida univoca in questo lavorare per sottrazione e addizione, sfruttando i vuoti tra le note e in essi costruendo il momento successivo che alla robotica post punk, meccanica e marziale, restituita dal primo singolo Lacrime Di Androide fa seguire il folk noir di Pavlov scombinando ogni altra coordinata prima di precipitare nell'oscurità fluttuante del proprio io emersa in Zolfo. Fulgide rasoiate no wave convivono così con vellutati mantra esistenzialisti; ortodossie aggressive subentrano a riflessioni scarne e liquide. I Santo Barbaro sono tornati e in due giorni di registrazioni presso il Cosabeat Studio hanno saputo dare nuovo valore alle cose e a loro stessi, mostrando il freddo e la solitudine delle periferie dell'anima, ma anche la complessità e la centralità del corpo, veicolo, strumento incapace di risalire ad una redenzione libera da dogmi e ideologie, indispensabile alla creazione. Non credo agli uomini, ma vado avanti.

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