mercoledì 24 dicembre 2014

SANGUE - EP

SANGUE - EP
Orfeo
- autoproduzione - 2014

La ricerca di un equilibrio anche precario che sappia tuttavia offrire quella stabilità in continuo movimento cui Federico Reale tende non è meta così impossibile da raggiungere. È questa la conclusione a cui si giunge dopo essersi approcciati con la mente libera da pensieri e preoccupazioni alle cinque canzoni contenute nel suo ep d'esordio SANGUE. Lo canta proprio l'alter ego di Federico, quell'Orfeo pensante dietro cui si cela un mondo per nulla semplice, fatto di complessità e macchinose sovrastrutture, il più delle volte incomprensibili quando non dannose, lontano dalla purezza originaria del Creato e imbastardito dalle convenzioni. Lo canta dunque un ragazzo che dalla provincia di Milano avanza in mezzo alla bolgia del cantautorato nostrano in punta di piedi, armato di chitarra, molte idee e buone intuizioni: lo stretto necessario per lasciar parlare a briglia sciolta la propria anima e, in seconda battuta, quella di chi ha vissuto una storia, non importa quanto vicino o lontana nel tempo, che ha però il pregio di riflettersi in quella di decine di altre persone, immancabilmente speculare nella sua universalità a tutte le latitudine del mondo, assecondandone i risvolti più intimi e rivelandone il meccanismo che le ha prodotte. Fin dalle prime considerazioni contenute nell'opener Neve è chiaro che attraverso un cantautorato rock a tratti crepuscolare e malinconico, ma pur sempre netto e lineare, sono stupore e disillusione a rincorrersi, ora distanziandosi definitivamente ora fondendosi in un abbraccio vitale che pare non avere mai fine. E scopriamo così che l'amore viaggia sicuro su una strada sola;  a tendergli trappole sono i tanti bivi a cui viene messo davanti mano a mano che il viaggio procede. Ma anche quando la scelta si rivela errata essa diventa nuova opportunità di corsa, bicchiere mezzo pieno da cui attingere acqua salvifica, energia per ripartire, stimoli per andare oltre l'iniziale smarrimento. Lo scorrere del tempo evocato anche dall'arpeggio pizzicato che introduce Quella Triste è la medicina invisibile e gratuita per la cura di tutti i mali; anche quelli del cuore, ricchezza che non si vende, non si compra, ma si regala, come ci ricorda il poeta. Lo sapeva Battisti, l'ha intuito Vasco Rossi, ce lo hanno ricordato e messo in pratica in tempi recenti Bugo e Dente. Malinconico, ma non ripiegato su sé stesso Orfeo ha saputo convincere delle proprie potenzialità Federico Bortoletto e Filippo Corbella, titolari del Blend Noise Studio nonché musicisti e co-arrangiatori di SANGUE, in questa sanguigna corsa poetica dall'appeal popolare su cui si può investire ad occhi chiusi nel prossimo futuro. La città corre veloce; altrettanto velocemente prende e lascia. Solo le macerie dei nostri cuori restano al loro posto. Muri da abbattere per poter costruire di nuovo. A partire da una idea.

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