martedì 3 febbraio 2015

VIRALE

VIRALE
Il Vuoto Elettrico
- DreaminGorilla Records / Banksville Records - 2015

Figlio illegittimo di un movimento anni '90 in cui hard-core, noise e post rock trovavano finalmente anche in Italia una via di riconoscimento e accettazione all'indomani della rivoluzione grunge messa in atto oltreoceano da NEVERMIND, il quintetto orobico-bresciano de Il Vuoto Elettrico arriva al disco d'esordio sventolando trionfante la bandiera di una disgregazione umana nero pece in cui tutte le tensioni accumulate nella quotidianità dall'individuo schiumano rabbia repressa eppure sempre, immancabilmente, vitale. Ciò che un tempo fu anticonvenzionale oggi rischia però di essere semplicemente anacronistico, compresso tra un manierismo nocivo per la propria reputazione e una credibilità ridimensionata perché vissuta solo di riflesso. VIRALE ha dunque il compito di fugare tutti i dubbi a riguardo recuperando massicce dosi di elettricità ed angoscia, esorcizzando una sorta di rassegnazione e disfattismo, e lasciandosi avvolgere da una ossessiva ostilità tragica che possa andare oltre i limiti della band. Senza compromessi. Per farlo, la mossa più intelligente, ma anche più rischiosa, è stata quella di assoldare il produttore di mille battaglie, quel Fabio Magistrali che i cultori di un certo sound o, per meglio dire, di una certa attitudine non hanno affatto dimenticato, e che, seppur oggi più defilato di allora, è sempre attento a non lasciarsi sfuggire quegli ululati dall'underground mai realmente sopiti. Trovarsi in sinergica comprensione con questo atipico magister ha permesso a Il Vuoto Elettrico di scavare a fondo dentro sé e di sviluppare la propria idea di disarmonica insofferenza veicolando una paura condivisibile all'esterno; senza alcun tipo di protezione, perché virale è il disagio ed esso è connaturato all'indole umana anche nel nuovo millennio dove ha trovato terreno fertile, rinnovandosi e sviluppando nuove forme di aggressiva stratificazione, invincibile idra dalle cento teste, mozzata una delle quali se ne genera automaticamente l'esatto doppio. Una claustrofobia che la musica amplifica e distorce senza lasciare scampo di salvezza alcuno, incapace di far trovare una via di uscita all'essere umano afflitto da angosce e indifferenza. Certo, Paolo Topa non è Federico Ciappini e la sua narrativa non sarà mai tanto visionaria e destabilizzante come quella maggiormente parca e minuta dell'antico frontman dei Six Minute War Madness (con cui Il Vuoto Elettrico paga costantemente un debito enorme fin dalla scelta del proprio moniker), ma è pur vero che nel suo declamare, urlare e schiantare parole le pietre di paragone si chiamano Emidio Clementi (Arianna Tace) e Cristiano Godano (Il Ruolo Del Perdono). VIRALE viaggia precario e roboante come un motore a scoppio sorretto da tensioni strazianti (Labirinto Di Cani), acidi attriti dissonanti (Asso Di Spade) e pericolose esplosioni di eruttante energia, senza schemi vincolanti (Il Tuo Ego, Il Mio Crollo) o facili compiacimenti (Emilia Paranoica). Guarda al passato, ma racconta un presente, intimo e personale, nascosto alla vista sotto i nostri letti, ricettacoli di inesauribili peccati e confessioni. Bisogna solo registrare il suono della batteria per garantire una profondità oggi ancora superficiale. Accumulando polvere si può creare una montagna.

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