lunedì 2 marzo 2015

A SOFTER SKIN - EP

A SOFTER SKIN - EP 
The Heart and The Void
- Sangue Disken - 2014

Delicatezza e melodia. Colori pastello e profondità per questo incantevole secondo ep che racchiude la poetica folk di Enrico Spanu e la consegna all'ascoltatore in punta di piedi. A SOFTER SKIN è un piccolo esempio di come le canzoni quando sono realizzate, ma soprattutto concepite con attenzione e spontaneità possono raggiungere e toccare corde dell'anima che credevamo recise dal lento, ma inesorabile passare del tempo. Sarà che al cuor non si comanda, sarà che per dialogare con la persona amata basterebbe davvero dare sempre libero sfogo ad una semplicità pura e innocente che porta entusiasmo e, pudicamente, ci avvicina all'altra metà del cielo, fatto sta che non ci si può sottrarre dal sottolineare la bontà con cui The Heart and The Void (questo il nome d'arte scelto da Spanu per il suo progetto artistico coordinato oggi da quel Federico Bortoletto visto recentemente al fianco del credibilissimo Orfeo) ripresenta e ripropone soluzioni sonore che, piace pensare, si perdono nella notte dei tempi, ma che mantengono inalterato il proprio fascino e la loro valenza terapeutica. Se con le composizioni del precedente ep LIKE A DANCER veniva circoscritta una presa di coscienza netta sull'essenza dell'individuo, essere unico e irripetibile lungo tutto il suo percorso dalla nascita alla morte, e sull'esigenza di una propria appartenenza a radici comuni non sempre manifeste, A SOFTER SKIN abbandona i lati più meditativi delle questioni di cui sopra e approccia una più pacata consapevolezza binaria che investe ogni singolo essere umano. L'amore ne è la tematica dominante, declinata secondo punti di vista che non hanno la pretesa di esaurire il suo sfaccettato carattere, ma che sono capaci di mettere in luce aspetti taciuti quando scomodi oppure nascosti sotto una linea d'ombra per troppa timidezza. Un amore in grado di spaziare su più fronti: dai ricordi di un affetto passato eppure sempre vivo (Girl From The City By The Sea) al sentimento filiale di Love Her Like The Morning passando per quell'utopico ritorno di fiamma - cantato e armonizzato con Giulia Biggio in This Thunder - che sappiamo rimarrà tale. Un amore degno di essere vissuto anche agli opposti, sia quando consolatorio (A Softer Skin) sia quando passionale e irrisolto (The Same Mistake). "Meglio essere in due che in uno solo perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Se infatti vengono a cadere, l'uno rialza l'altro." Lo si legge in Qoelet, ma è un concetto che possiamo ritrovare inconsciamente nelle note e negli arpeggi con cui Spanu riveste pensieri e parole di brani essenzialmente amari, ma urgenti, che scorrono fluidi anche quando la chitarra, un po' a sorpresa dopo tanto peregrinare acustico, si elettrifica per quell'amore indirizzato verso una persona che non si potrà mai avere (Down To The Ground) con il nostro pensiero che corre rapido al Billie Joe Armstrong di Good Riddance (Time Of Your Life) in una sorta di "prequel emotivo" all'esortazione di buona vita formulata dal frontman californiano. Sei forme d'amore che riverberano forti nella loro semplicità, in questa società del terzo millennio sempre meno collaborativa quando si tratta di tessere trame relazionali al di fuori dell'ambiente lavorativo.

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