martedì 14 giugno 2016

FEDERER

FEDERER
Miss Mog
- Dischi Soviet Studio - 2016

Arrivano dalla Marghera sotterranea gli electronici Miss Mog  con il loro carico di bits, synth pop e cantautorato 2.0. Partono piano, lenti, riflessivi, ma irrimediabilmente tonici e sempre sul pezzo nella loro disamina quotidiana della società odierna. FEDERER è un lavoro di piacevole elettronica realizzato con pochi mezzi, ma molto ingegno. E scrupolo. È una sfida, una partita, un match giocato volutamente al ribasso sonoro per lasciar tuttavia esplodere di set in set quella che possiamo definire come espressione massima dei sentimenti. È il tentativo di risultare vincenti per sottrazione manifestando energia e preparazione senza spingere sull'acceleratore. Siamo di fronte a uno spaccato urbano che si compendia fin dal primo brano proposto, quell'Un Pomeriggio destinato a restare per lungo tempo nelle nostre orecchie, forte di una visione, di uno sguardo trasversale e contemporaneo che ben fotografa realtà apparentemente distanti, ma in realtà proliferanti dietro l'angolo di casa. Accomunarli all'ambient pop psichedelico di matrice francese che trova negli AIR un importante punto di riferimento non è corretto né cronologicamente accurato, eppure è innegabile la propensione a costruire canzoni in grado di reggersi idealmente su pochi accordi - per esempio di chitarra - per poi farne cosa nuova e altra attraverso la processione di macchine e tastiere varie. In questo il pensiero corre rapido ad un duo di casa nostra le cui strutture armoniche e testuali sarebbero state in grado (e lo sono tuttora!) di reggersi autonomamente anche se spogliate da abiti synthetici e danzerecci. Parliamo dei Righeira del duo Rota-Righi e dei fratelli La Bionda, troppo spesso liquidati come meteore quando non one hit wonder, ma in realtà estremamente ben più seminali e attuali di quel che si pensi. Non è revisionismo, ma semplicemente il più classico dei dare a Cesare ciò che è di Cesare senza paura del superficiale giudizio altrui. Complesso B, Meteoritmo, Venety Fair sono solo piccoli esempi di questa capacità produttiva che regala ai Miss Mog episodi apparentemente trascurabili, ma in realtà ficcanti e funzionali al racconto messo in scena dal quartetto veneto. E se la title track Federer rimanda alle canzoni pannelliane di Lucio Battisti la conclusiva Sulle Punte è il punto di rottura con tutto quanto abbiam sentito fino ad ora andando a rappresentare l'episodio più "scatenato" di un album altrimenti sempre molto misurato e proiettato sul presente. Una unica perplessità ci sentiamo di sollevare e riguarda la lunghezza del cd. Qualche riempitivo che appesantisce lo sviluppo dell'album qua e là infatti c'è a scapito di una fluidità di insieme che alla fine pare mancare. Ma è pur sempre un limite facilmente risolvibile nell'immediato futuro continuando ad operare per sottrazione e non per accumulo; del resto siamo solo al primo set.

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