mercoledì 18 maggio 2016

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Sara Velardo
- Adesiva Discografica - 2016
 
Con la caparbietà che la contraddistingue fin dagli esordi Sara Velardo torna sul luogo del misfatto con il suo disco più versatile di sempre. Prediligendo un taglio rock finora tenuto piuttosto nascosto la cantautrice calabro-lecchese sciorina una mezz'ora abbondante di musica viscerale in cui le prese di posizione su tematiche di grande attualità sono come sempre nette, ma anche coadiuvate ora da una tensione poetica nuova, al solito molto "stradaiola", più ispirata, definita e compiuta, che pone 3 ad un livello superiore rispetto ai suoi predecessori. L'ascolto del platter ci rassicura e conferma all'istante: ciò che stiamo ascoltando è quanto di più fluido la Velardo ha fin qui prodotto mentre l'attenzione ai particolari, ampiamente sviluppata e portata a compimento, risulta esser stata decisiva per fare quel salto di qualità atteso da tempo. Si prendano ad esempio Errati Acquisti, poderosa denuncia amorosa posta quasi in apertura di lavoro, cerniera tra una certa condizione femminile e  il violento terrorismo sessista domestico, oppure la sofferta Trageriaturia, metonimia in musica, spregiudicata e raffinata insieme, capace di sfociare dopo la tensione amorosa descritta nella liquida e arrendevole Pigghimi Ora. Come non segnalare poi le altrettanto degne di nota Come Una Poesia, pulita e sognante, ottimo singolo virtuale in grado di catturare e condurre per mano l'ascoltatore, e la politicizzatissima I Confini Di Casa Mia, folk rap primordiale e anarchico caoticamente ragionato? 3 è un disco che anche grazie al lavoro strumentale del grande Andrea Viti e di due quarti de Il Rebus pone le sue radici nel miglior rock italiano degli anni '90, in equilibrio tra rabbia e virtù, tra furore e istinto di conservazione, tra guerra e amore a simboleggiare i due lati di una stessa medaglia; quella stessa medaglia portata da ciascuno di noi al petto ora con gagliarda fierezza ora con adamitica vergogna, bilanciamento sempre perfettibile che guarda a quell'educazione all'empatia reputata da molti sociologi contemporanei fra le necessità più urgenti e pressanti dei nostri programmi educativi. Sara Velardo non inventa nulla di nuovo, ma ciò che fa lo fa con la consapevolezza che il mestiere dell'artista è dato una volta per tutte, non puo' tradire e necessita continuo sostentamento. A tutti i livelli. Una conferma che chiede solo il giusto spazio per affermarsi. 

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